I concerti live sono organizzati in spazi di diversa tipologia. Detto che in alcuni Paesi esistono strutture progettate e costruite appositamente per gli eventi musicali e artistici, più comunemente i concerti vengono organizzati nei teatri, nelle arene, negli stadi e nei parchi. I teatri hanno ovviamente limiti di capienza, potendo accogliere al massimo poche migliaia di persone. Inoltre, per le loro dimensioni e per la loro stessa vocazione, i teatri accolgono tipicamente concerti acustici (o comunque eventi con un limitato livello di debicel). Le arene coperte consentono di aumentare l’audience (fino a 20.000 persone) e vengono utilizzate soprattutto nelle stagioni fredde. Le arene aperte e gli stadi portano più in alto il numero di spettatori e diventano il luogo ideale per le stagioni calde, a minor rischio di maltempo. Infine i parchi. Sono diventati luoghi mitici da grandi adunate: festival, concerti-evento e, in base alle dimensioni, possono accogliere anche centinaia di migliaia di persone.

In Italia solo parchi

Nel 2022 sono state rese note le tre date italiane dei concerti di Bruce Springsteen. Quello che da subito ha colpito l’attenzione dei fan e dei media è la programmazione di tre date su tre nei parchi (il parco Bassani a Ferrara il 18 maggio 2023, il Circo Massimo a Roma il 21 maggio 2023, il parco della Gerascia a Monza il 25 luglio 2023).  Dunque, a differenza di altre nazioni europee, le tre date italiane del 2023 si svolgeranno tutte in ambienti all’aperto non strutturati, quindi senza tribune e posti a sedere, come invece stadi e palazzetti. Vedere Bruce in un luogo ormai leggendario come il Circo Massimo o in grande aree verdi come quelle di Monza e di Ferrara ha certamente un lato di fascino. Personalmente mi ha riportato alla mente la sensazione dei grandi raduni rock degli anni ‘60/’70. Con il senno del poi, essendosi già tenuti i concerti di Ferrara e di Roma, al di là dei disagi dovuti al maltempo e di qualche elemento migliorabile, posso testimoniare che gli spettacoli si sono svolti nel massimo ordine e nella massima sicurezza. Un altro elemento rende preferibili i parchi: non essendoci pareti contro cui si rifrange il suono, teoricamente l’acustica si rivela migliore, soprattutto sulle basse frequenze.

L’assenza di San Siro

La scelta operata dal management di Springsteen e dal promoter italiano, la consolidata Barley Arts di Claudio Trotta, ha generato qualche malcontento. Uno dei motivi è legato più a un aspetto “sentimentale” che pratico: in molti avrebbero voluto rivedere Bruce allo stadio di San Siro a Milano. Un luogo mitico per i fan di Bruce, in memoria del celebre primo concerto italiano del 21 giugno 1985 e di altri bellissimi concerti successivi. Su questo aspetto la mia opinione personale, che deriva anche dalla mia indole aperta alle novità, non ha grossi rimpianti o motivi di disaccordo. Non amo arroccarmi a queste tradizioni quasi “mitologiche”, tanto più che San Siro non ha mai brillato per acustica, almeno da quando c’è il terzo anello. Ero in realtà contento di vivere per la prima volta l’esperienza del parco.

La comodità di una tribuna

Motivi più concreti di polemica si sono sollevati per gli aspetti logistici: uno stadio o una grande arena, indubbiamente, avrebbero dato maggiore agio a coloro che avrebbero voluto assistere al concerto seduti su una tribuna, sia per motivi di comodità, sia per una migliore visione dello spettacolo. Argomenti che potrebbero non essere così centrali per le persone di età giovane o adulta, perché le adunate nei parchi (dal Central Park di New York al Hyde Park di Londra, da Woodstock all’Isola di Wight, fino all’italianissimo Campo Volo di Reggio Emilia) hanno da sempre offerto un senso di maggiore condivisione collettiva in ambienti aperti e naturali. Qualche disagio pratico non avrebbe certo spaventato il popolo del rock. E da questo punto di vista non sono d’accordo con chi ha sostenuto genericamente che “i tempi sono cambiati”, perché oggi siamo abituati e pretendiamo maggiori comodità. Preferisco apprezzare quel senso di libertà e di comunità che ho vissuto a Ferrara, pur con parecchio fango nelle scarpe.

Favorire tutti

Il vero tema è quello posto dalle persone che, per motivi di età o di salute, richiedevano la possibilità di assistere al concerto senza mettere a dura prova la propria resistenza fisica. Dal momento che molti fan di Springsteen hanno ormai l’età del loro beniamino, se non addirittura qualche anno in più, sicuramente la loro richiesta di un posto comodo a sedere in una tribuna non era un capriccio. Così come non può essere considerato una sterile lamentela il disagio di una famiglia con bambini relativamente piccoli che, specie se posizionata nelle zone più lontane dal palco, ha seriamente rischiato di non vedere adeguatamente il concerto. Nel rispetto di queste persone mi sono costruito un’opinione che può apparire salomonica, ma che reputo di buon senso: benissimo i parchi, ho apprezzato Ferrara e non vedo l’ora di Monza, ma un concerto in uno stadio ci poteva stare. Come sempre, però, mi fermo a un’opinione personale di puro ideale e non sfocio nella polemica, primo perché ce ne sono state davvero troppe, e soprattutto perché non sono un promoter e non ho la minima idea di cosa significhi organizzare eventi di questa portata, con tutte le sue complessità. Amo prendere posizioni, anche decise, solo quando sono ben informato sulle cose. E tu… cosa ne pensi?

 

Dario Migliorini

 

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