Polemiche accese, per non dire feroci, hanno colpito Bruce Springsteen nei giorni che hanno preceduto e seguito il concerto di Bruce a Ferrara, avvenuto il 18 maggio scorso. Pochi giorni prima le piogge torrenziali cadute nel nord Italia avevano provocato alluvioni e, purtroppo, anche alcune vittime in Romagna, tra le province di Ravenna, Rimini e Forlì Cesena. Le ragioni della polemica hanno riguardato sostanzialmente due argomenti: il mancato cenno di Springsteen a sostegno della Romagna durante il concerto e l’opportunità che si tenesse il concerto stesso. Questo articolo non ha né l’obiettivo né la pretesa di difendere Springsteen, che non ne ha certamente bisogno (e nemmeno il motivo). Si pone, invece, il dichiarato scopo di smontare una ad una le ragioni puramente ideologiche e retoriche (e per qualcuno molto opportunistiche) che hanno mosso quelle polemiche.

LO SAPEVA?

Secondo alcuni Springsteen avrebbe dovuto fare qualcosa per la tragedia romagnola e non l’ha fatto. Salutare gli sfortunati romagnoli e, magari, dedicare loro una canzone. “Come può non averlo fatto?” hanno dichiarato sdegnati, ovviamente con i media a fare da cassa di risonanza, in cerca di ascolti, copie da vendere e click sul web. Teoricamente questa critica si potrebbe smontare sul nascere: da quello che è emerso Springsteen e il suo entourage non sapevano niente dell’alluvione romagnola. Non mi riferisco tanto alle dichiarazioni ufficiali di Steven Van Zandt, che potrebbero essere scambiate per comoda giustificazione ex-post, quanto alla reazione incredula e spontanea di Ed Manion degli E Street Horns, quando è stato informato di quanto accaduto in Romagna da alcuni fan del gruppo Pink Cadillac per le strade di Roma. Ma il punto è un altro, molto più a monte. Dico senza timore che, se anche Bruce lo avesse saputo, non era assolutamente tenuto a dire o fare alcunché.

Quanta retorica!

Bruce non è un Papa o un profeta che fa le prediche, non è un politico in cerca di voti, non è nemmeno il supereroe che tanti provano a mitizzare. Si dice che sia un grande benefattore, questo sì, ma ne parlo dopo. Adesso invece mi chiedo: per quale strano motivo abbiamo sentito il bisogno che lui dicesse qualcosa per la Romagna o le dedicasse una canzone? Siamo franchi! La Romagna la aiuti solo in due modi: 1) vai là a dare una mano; 2) versi del denaro. Nient’altro. Perché pensiamo che la gente che stava vangando melma fuori da casa potesse sentirsi rincuorata dal saluto di Bruce Springsteen? Per noi lui è un grande uomo, ma per i tanti romagnoli alle prese con il fango è solo un cantante pieno di soldi. Vado avanti: perché pensiamo che un rocker milionario (sempre per come lo vedono i tanti che non lo conoscono e non sono suoi fan) avrebbe dovuto recitare il compitino e dedicare la canzone “agli amici della Romagna”? Lo avrebbe dovuto fare perché se lo aspettava la Romagna o perché ce lo aspettavamo noi? Non sarà forse che, se lo avesse fatto, ci saremmo tutti sentiti un po’ più in pace con la coscienza? Un grande applauso collettivo e commosso e ci saremmo sentiti tutti migliori.

Il capo branco

Qualcuno potrebbe anche sostenere: se Springsteen avesse detto qualcosa, magari ci saremmo convinti a versare del denaro o a dare una mano laggiù in Romagna. Ecco la logica del capo branco! Oggi lo chiamano testimonial, ma la sostanza è quella. Se uno importante mi dice di comprare qualcosa, lo compro perché il suo volto familiare mi rassicura. Se qualcuno di importante mi dice di fare beneficienza, la faccio, perché altrimenti mi volterei dall’altra parte. Allora facciamoci queste domande un po’ scomode: abbiamo donato dei soldi alla Romagna? Se non lo abbiamo fatto, davvero lo avremmo fatto se Bruce avesse fatto cenno alla Romagna durante il concerto? Davvero siamo così deboli di spirito da aver bisogno che qualcuno di influente ci convinca che è giusto fare del bene? Una volta che avremo dato delle risposte a queste semplici domande, forse capiremo perché i media ci hanno portato a polemizzare e a scandalizzarci per le mancate parole di Bruce a Ferrara. Tutta finta retorica che fa la fortuna di chi deve vendere presunta informazione, approfittando della nostra natura di gregge che segue l’onda.

La donazione silenziosa

Bruce è certamente un benefattore che negli anni ha aiutato in modo selettivo e fuori da ogni clamore tante associazioni e istituzioni a fin di bene. Selettivo significa che non ha aiutato tutti, ma ha selezionato qualcuno o qualcosa che voleva sostenere in modo mirato. Aver sostenuto la New Orleans colpita dall’uragano Katrina non genera per lui l’obbligo morale di sostenere ogni altra tragedia alluvionale del mondo. Boh… forse noi Italiani sentiamo la necessità di ricevere protezione da un cantautore americano per quello che noi e i nostri politici non riusciamo a fare. Fuori da ogni clamore vuol dire che solo Springsteen e i beneficiari delle sue donazioni sono a conoscenza dei suoi atti di generosità. Nulla che trapeli sui media. Nessuna foto di Bruce che firma assegni con qualche zero o taglia nastri di inaugurazione di qualcosa che è stato finanziato con il suo denaro. Quindi togliamoci il pensiero. Bruce avrà donato qualcosa alla Romagna? Forse sì, forse no! Ma non mi aspetto di saperlo da qualche titolone di giornale o dalla foto di qualche paparazzo in cerca dello scatto dell’anno.

Un concerto da non fare?

Secondo alcuni il concerto di Ferrara doveva essere annullato: tenerlo in programma è stato un affronto nei confronti della Romagna in crisi. A questa polemica è molto facile rispondere.

  • Intanto, ammesso che Bruce sapesse della tragedia, non spettava a lui decidere se ci fossero le condizioni di suonare o meno. Le autorità pubbliche sono i soggetti chiamati a decidere in questi frangenti: loro valutano l’entità dei danni, i pro e i contro. E, nel limite del possibile, fanno di tutto perché i programmi originari vengano mantenuti. Non perché “lo spettacolo deve continuare”, ma perché alle spalle c’è un intero sistema che deve “campare”. Attenzione: non sto parlando di gente che deve arricchirsi, sto parlando di famiglie che devono tirare avanti, anche grazie all’indotto di un concerto così importante.
  • Questo discorso vale non solo per Ferrara, ma per la stessa Romagna. I media hanno trovato semplice additare di insensibilità Springsteen e i suoi fan, ma quanti spettacoli musicali, teatrali, danzanti, quante serate in discoteca, quante manifestazioni sportive si sono giustamente tenute in quei giorni, anche in Romagna, laddove non ci si trovasse nella zona direttamente colpita dalle alluvioni? Ricordiamo sempre una cosa: mantenere il più possibile ciò che è programmato e quindi favorire la normalità, permette di non aggiungere ulteriore danno al danno.
  • Ferrara, pur essendo relativamente vicina alle zone colpite, si trova in un territorio distinto dalla Romagna. In piena pianura, vicina al fiume Po, Ferrara non ha torrenti che scendono dagli Appennini e si ingrossano esondando, quindi non ha subito alluvioni. Sarebbe come se Roma dovesse fermare tutto per un’alluvione dell’Agro Pontino (e mi scuso per l’esempio con gli amici dell’Agro Pontino, che si toccheranno le loro parti intime).
  • Si è detto: il concerto ha impegnato volontari di Protezione Civile che avrebbero potuto essere in Romagna a dare una mano. Quindi, a fronte di circa 1 milione e mezzo di volontari di Protezione Civile in Italia, sono diventati un problema 100 o 200 volontari presenti al concerto di Bruce?
  • Un ultimo elemento: la viabilità. Poteva essere un problema, ma evidentemente anche in questo caso le autorità pubbliche ci hanno visto giusto. Pur con qualche difficoltà dovuta al traffico e alle chiusure di alcuni tratti dell’autostrada, quasi tutti i possessori dei biglietti del concerto sono arrivati a destinazione e per tempo. Alcuni hanno dovuto rinunciare, purtroppo, ma quanti problemi si sarebbero originati per tutti in caso di annullamento? E davvero le alcune migliaia di auto che si sono dirette a Ferrara quel giorno sono state un problema a fronte delle centinaia di migliaia di mezzi in transito nello stesso giorno?

Boh, io in tutto questo ci ho visto solo tanta superficialità, un eccesso di retorica e tanta, tanta astuzia da parte dei media nel montare la polemica. Tutto qui!

 

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Dario Migliorini

 

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