Si discute spesso del ruolo di Bruce Springsteen nella storia della musica. I suoi detrattori lo dipingono come un rocker classico che non ha inventato nulla. Altri fanno notare che non sia un eccellente chitarrista. È davvero fuorviante la logica per cui, per essere grandi, sia necessario essere sperimentatori o musicisti virtuosi, specie quando si parla di un cantautore, che quindi fa dei significati e dei messaggi elementi rilevanti. In tanti cadono in questo tranello. A volte per essere grandi serve fare al meglio quello che già esiste o fonderlo in qualcosa di bello, di rilevante, di unico. Bruce è il nipote di Woody Guthrie, Hank Williams, Pete Seeger e Chuck Berry, è il fratello minore di Elvis Presley, Bob Dylan, Johnny Cash, Van Morrison, Roy Orbison, John Fogerty e James Brown. Uno dei suoi meriti è stato quello di fondere il rock, il soul, il punk, il folk, il country e il gospel in un sound forse classico, ma perfettamente riconoscibile e arrivato fresco nel nuovo millennio. Questo è quello che ho scritto nella mia presentazione di Bruce (leggi qui il testo integrale). Ma qui invece voglio chiedermi: “Chi ha influenzato Bruce Springsteen?”
Le influenze musicali su Bruce Springsteen
La domanda che mi pongo è: chi sono i cantanti/autori/band che hanno più influenzato la formazione musicale di Bruce? La lista potrebbe essere molto lunga, ma qui mi limito a indicare gli 11 “titolari”, come se fossero una squadra di calcio, con tanto di riserve e staff dirigenziale. Un piccolo gioco che mi consente di indicare quelli che secondo me sono stati i più influenti artisti sulla formazione musicale e lirica di Bruce.
I “titolari”
- Elvis Presley – la liberazione del corpo, la sfacciataggine, la trasgressione
- Bob Dylan – la composizione e la scrittura, il ruolo del musicista nella cultura
- Woody Guthrie – la canzone di protesta, il vagabondaggio
- Johnny Cash – il cantastorie arrabbiato, tra folk e country
- Hank Williams – il conflitto interiore, la profondità religiosa, la country music
- James Brown – la black music, l’interazione con il pubblico
- The Rolling Stones – la fisicità di Jagger, il riff chitarristico di Richards
- The Band – il prototipo della E Street Band)
- John Fogerty – l’immediatezza della musica. Semplice, ma dritta al cuore
- Van Morrison – l’elaborazione musicale, la trascendenza nel messaggio
- Roy Orbison – la voce, la ricerca di una maggiore finezza
Le motivazioni
- Elvis Presley – chi fa rock, la trasgressione per eccellenza, non può non essere stato influenzato da Elvis, soprattutto per la sua fisicità, per la liberazione del corpo che ha portato non solo nella musica, ma anche nella cultura. Per Bruce, poi, ragazzo schivo e timido, quella liberazione è stata fondamentale. Se Bruce si ribellò alla sua stessa indole e alla sua “reclusione” a sfigato ragazzo di provincia, lo dobbiamo per gran parte a Elvis.
- Bob Dylan – anche Dylan, l’acustico o l’elettrico non fa differenza, ha influenzato chiunque abbia fatto rock dagli anni ’60 in poi, specie chi lo ha approcciato con un’ottica cantautorale. L’influenza di Bob su Bruce fu evidente soprattutto nei primi album, caratterizzati da testi fluenti e colmi di immagini, oltre che dall’interpretazione vocale “anti-estetica”. Un’influenza fondamentale, soprattutto in termini culturali, che rimarrà anche quando Bruce si allontanerà stilisticamente da Dylan.
- Woody Guthrie – l’influenza essenziale di Guthrie sulla produzione di Springsteen è collegata alla coscienza sociale, alla canzone di protesta, alla consapevolezza della durezza della vita per i ceti più poveri in America. Ovvio che anche Dylan fu importante in questo, ma Dylan a sua volta fu allievo indiretto di Guthrie. La figura di Guthrie si affianca a quella di Pete Seeger, altrettanto fondamentale. L’ho messo ingiustamente “in panchina” perché hanno avuto un ruolo analogo, ma Guthrie e Seeger hanno la stessa fondamentale importanza per la formazione di Bruce.
- Johnny Cash – Una delle migliori caratteristiche di Bruce è la capacità di raccontare storie, soprattutto quando collegate a elementi di ingiustizia sociale. Se questa capacità è in parte riconducibile al “capostipite” Woody Guthrie e all’affine Pete Seeger, con Johnny Cash trova la sua compiutezza con un deciso spostamento della visuale verso il midwest musicale, dal blues al country. Il Bruce solitario sul palco con un’armonica e una chitarra è molto più Cash che Dylan.
- Hank Williams – se Guthrie, Seeger, Cash e Dylan hanno “aiutato” Bruce nel formare la sua coscienza civile e la sua “cattiveria” da uomo di protesta, il vecchio Hank Williams è stato importante per Bruce per scrutare nella parte più profonda dell’animo, per arrivare addirittura alla coscienza religiosa, che in precedenza Bruce aveva rifiutato in reazione alle chiusure mentali dell’educazione giovanile. Williams, ancora di più di Cash, apre inoltre Bruce al country più puro.
- James Brown – il Re del Soul fu importante per Bruce su due livelli. Intanto rappresenta il più celebre dei tanti miti della soul music che Bruce ammirò fin dagli anni ’60. Nella musica di Bruce c’è tanto soul. È il più forte contatto di Bruce con la black music, è ciò che portò Bruce a scegliere Clarence Clemons al suo fianco. Ma James Brown è stato importante per Bruce anche per il suo modo di stare sul palco, in particolare per l’interazione con il pubblico, quel feeling tra artista e audience in cui Brown fu impareggiabile e Bruce è a sua volta eccezionale
- The Rolling Stones – che gli Stones siano stati influenti su Bruce non è un segreto. In parte lo sono stati per ciò che Mick Jagger ha rappresentato come “animale da palcoscenico”. Dopo Elvis e al pari di James Brown, anche Jagger ha trasmesso quella “sfacciataggine” che altrimenti sarebbe rimasta sotto traccia nel timido Bruce. Ma gli Stones sono stati influenti anche sulla musica di Bruce, quando lui ha cercato il suono più crudo, il semplice riff chitarristico “alla Keith Richards”, il blues travestito da rock. In questo molto importante è stata la presenza di Steve Van Zandt e non a caso l’influenza degli Stones emerge soprattutto nell’album The River.
- The Band – se il Dylan acustico, con i suoi precursori, ha influenzato Springsteen nella sua formazione folk, il Dylan elettrico ha certamente condizionato lo Springsteen rock e soprattutto il sound della E Street Band. E quando si parla del Dylan elettrico, la mentre corre subito a The Band, una delle prime band degli anni ’60 a presentare la compresenza di un pianoforte e di un organo (ma i suoi componenti suonavano anche i fiati, oltre che gli strumenti tradizionali del country folk). Insomma… una sorta di prototipo della E Street Band che sarà.
- John Fogerty – con i suoi Creedence Clearwater Revival Fogerty fu molto influente per Springsteen sia come frontman, sia come guitar-man. Fogerty non aveva inventato nulla di nuovo, ma in quei pochi anni, dal 1968 al 1972 (anni centrali per la formazione musicale di Bruce), fu una figura dirompente. Una voce pazzesca da uomo nero travestito da uomo pallido e una chitarra elettrica dal suono classico e dalla tecnica standard fornirono a Bruce un ulteriore spunto per come calcare con incisività e con anima i palcoscenici.
- Van Morrison – Van The Man fu con John Fogerty l’altro musicista e cantautore quasi contemporaneo a Bruce ad influenzarne il lavoro. Se John Fogerty rappresentava una componente più viscerale e pragmatica, Van Morrison trasmise a Bruce una componente più trascendentale. Musica meno schematica, strumenti musicali utilizzati diversamente, con maggiore “aria” e con un po’ più di virtuosismo. Non a caso l’album di Springsteen in cui emerge maggiormente l’influenza di Morrison è The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle.
- Roy Orbison – il grande cantautore texano influenzò Springsteen su due livelli. Quello vocale, innanzitutto. Dopo la prima parentesi pseudo-dylaniana, Bruce cercava di dare alla sua voce una fisionomia più riconoscibile, qualcosa che lo caratterizzasse. Quella ricerca ebbe un faro indiscutibile, Roy Orbison, e il risultato fu eclatante nel modo di cantare di Bruce nell’album Born To Run. Orbison fu anche influente su Springsteen per la ricerca di passaggi armonici meno standardizzati nella sua musica. Anche in questo Born To Run è emblematico.
La “panchina”
Non ho messo tra i “titolari” alcuni artisti che ebbero certamente un’influenza su Bruce, che però personalmente giudico inferiore rispetto a quelli già citati. A parte Pete Seeger, che come detto è un titolare “in pectore”, indico certamente The Beatles, influenti per tutti gli artisti, anche se non mi sembra esserci un’influenza così forte e diretta su Bruce. The Who, rappresentanti della British Invasion, piacquero molto al giovane Bruce, ma il suono scarno e prettamente elettrico di Townshend e soci rimase più nelle fantasie che nelle intenzioni del ragazzo del New Jersey. Per ciò che riguarda il rock’n’roll più classico indico in Chuck Berry e Little Richards i due artisti più influenti su Bruce, non solo per la musica ma anche per lo spirito nell’affrontare il palcoscenico. Sul lato del rhythm & blues, quindi sulle strade di Chicago e Detroit, difficile dire chi fu più influente su Springsteen, per cui riassumo i vari artisti nella produzione dell’etichetta Motown Records (da cui il celebre Detroit Medley). Sul lato del soul, oltre a James Brown, fu certamente di grande impatto anche Marvin Gaye, che Bruce stesso celebra indirettamente nella riproposizione di Nightshift dei Commodores. The Animals di Eric Burdon furono sicuramente importanti per Bruce. Un ponte melodico e culturale tra tradizione e innovazione, gli inglesi più californiani della storia del rock. Infine Joe Strummer: con i suoi Clash fu influente su Bruce quando volle perlustrare i suoni più crudi e immediati del punk (in alcuni episodi di The River e in alcune outtake di quel periodo).
LO STAFF DIRIGENZIALE
Ah, dimenticavo. Una squadra che si rispetti deve avere un grande allenatore. Suggerisco John Steinbeck, il grande scrittore, autore tra gli altri del romanzo Furore (The Grapes Of Wrath) da cui Bruce ha tratto ispirazione per il suo The Ghost Of Tom Joad. Vice allenatrice: Flannery O’Connor, l’autrice di tanti racconti da cui Bruce ha tratto ispirazione per la scrittura delle canzoni di Darkness On The Edge Of Town e soprattutto Nebraska. E se vogliamo che ci siano anche due dirigenti accompagnatori, beh… indico Martin Scorsese e Ennio Morricone. Il grande regista italo-americano è stato di ispirazione a Bruce con i suoi film e tutti speriamo che prima o poi collabori con lui per un docu-film sulla sua carriera. Morricone è stato importante per Bruce, non solo per la sua grandezza assoluta, ma soprattutto quando Bruce ha voluto allargare i suoi orizzonti a Ovest, con sonorità più ariose e orchestrali (su tutti Western Stars).
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perfetto! chi meglio di te poteva sintetizzare in maniera così esaustiva il percorso musicale di bruce?
non era facile. se pensiamo che, dagli anni 50, da dove è partita le rivoluzione di elvis, si è assistito a un melting pot eccezionale mai visto prima di tante tendenze diverse ma tutte riconducibili a un urgenza comune, fare una musica nuova che supportasse e accompagnasse le idee rivoluzionarie dei giovani di allora.
poi ognuno ha preso da quella specie di brodo primordiale la strada che più sentiva sua, e il genio dei grandi arrivati fino a noi è stato proprio quello di trasformare secondo la propria sensibilità quelle tendenze, creando a loro volta un genere proprio partendo da quelle origini comuni.
E’ importante comprendere quanto Bruce sia stato bravo a mescolare quelle tante influenze in qualcosa che solo per questo era già originale. Prendere Elvis, James Brown e Mick Jagger e fonderli, prendere Hank Williams, Woody Guthrie, Pete Seeger, Johnny Cash e Bob Dylan e fonderli, prendere due contemporanei così diversi come John Fogerty e Van Morrison e fonderli, insieme a Sam Cooke, Chuck Berry, Little Richards. Riuscire a parlare così profondamente sia alle budella sia al cervello della gente. Questa è l’unicità di Bruce.