Chi sono i fan di Bruce Springsteen? Pensare di farne un identikit è praticamente impossibile. Troppo diversi per età e, come conseguenza, anche per gusti e soprattutto per formazione musicale. Sono però quattro anni che scrivo recensioni delle canzoni di Bruce, prima nella forma di post su facebook, poi da oltre due anni qui sul mio blog Words&Music. Da questa visuale privilegiata, grazie alle migliaia di commenti raccolti, posso confermare che siamo un universo molto variegato, forse ancora più di quanto potessi pensare. La recente pubblicazione della recensione di Crush On You me l’ha sostanzialmente confermato. Nel post, affermando che non amo questa canzone, chiedevo ai tanti fan che mi leggono sui diversi gruppi se a loro piacesse e se ci sono altre canzoni di Bruce che non ascoltano mai. Ho tratto qualche conclusione.

Senza età: Bruce e i suoi ammiratori

Bruce Springsteen è forse l’artista che più di tutti raccoglie tra i suoi appassionati persone di ogni età. Lo si vede anche ai suoi concerti: donne e uomini dell’età di Bruce o anche più anziani, che lo seguono fin dagli anni ’70, si uniscono a ragazzini che, carichi di entusiasmo e di stupore, sono accompagnati dai loro genitori. In mezzo tutto lo spettro di età, dai tantissimi cinquantenni e sessantenni che hanno conosciuto Bruce all’epoca del suo successo mondiale con Born In The USA a tutti coloro che l’hanno conosciuto successivamente, anche grazie al suo impegno sui temi civili, al suo Premio Oscar, al suo essere punto di riferimento per tanti dopo gli attacchi terroristici del 2001. Gli elementi essenziali che uniscono tutte queste generazioni, oltre alla bella musica, ai leggendari concerti e ai magnifici testi, sono la sua coerenza e la sua onestà, che ne fanno una figura anche rassicurante, in un mondo che invece non dà più certezze. Anche se, anche in questo caso, ho trovato qualcuno che non crede più nemmeno in lui.

I diversi background musicali

Ogni età si porta dietro anche un differente background musicale. Chi era ragazzo negli anni ’60 e’ 70 ha vissuto l’epopea della rivoluzione culturale portata dal rock e dal rinato folk. Lui di Bruce ama maggiormente quei primi album, per arrivare fino a Nebraska. I tanti che erano giovani negli anni ’80 sono cresciuti ascoltando suoni più puliti, in cui l’elettrico è stato affiancato all’elettronico. Inevitabile che buona parte di essi non abbia per nulla obiettato sulla svolta più melodica e “sintetizzata” di Springsteen. Chi si è avvicinato a Bruce dagli anni ’90 in poi, lo ha sentito fare di tutto. Dal pop al folk, dal rock al soul, fino addirittura a episodi rap. Tutto questo si riversa nelle preferenze sulle canzoni di Bruce, sia con un approccio positivo (cosa ci piace di più), sia in un approccio negativo (cosa non ascoltiamo mai).

Ognuno ha le sue canzoni

Attenzione: tutto quello che scriverò da qui in poi è puramente descrittivo e non intende in nessun modo giudicare nessuno per questo o quel gusto musicale.

Facendo passare i tanti commenti raccolti mi sono reso conto che quelli che pensavo fossero per tutti dei punti fermi, pietre miliari indiscutibili della discografia springsteeniana, a taluni non piacciono.  Dai tanti commenti ricevuti apprendo, ad esempio, che ci sono fan che adorano l’album Born In The USA e che invece “skippano” sempre le canzoni di Greetings From Asbury Park, N.J. o che non sopportano i lunghi brani di The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle. Mi sono sentito rispondere da qualcuno che, quando è il turno di Rosalita e Kitty’s Back, le salta sempre. Si salvano sempre Born To Run, Thunder Road, Backstreets, Badlands, Racing In The Street, The Promised Land. Al contrario c’è chi non ama Point Blank e Drive All Night, chi non può sentire Adam Raised A Cain. Chi come me non ama i brani troppo leggeri nel loro significato (come proprio la suddetta Crush On You) e chi invece li adora perché stravaganti. Ci sono i fan più “datati” che non amano la svolta pop di Born In The USA. Una delle più colpite da questi è Dancing In The Dark, seguita da Cover Me. La stessa Born In The USA è spesso denigrata. Mentre tutto sommato piace Tunnel Of Love (album melodico ma molto intimista), in tanti detestano Human Touch e Lucky Town, facendone di tutta l’erba un fascio. Album in realtà molto diversi tra loro ma che insieme pagano molto l’assenza della E Street Band.

Poche certezze (nel bene e nel male)

Nebraska e The Ghost Of Tom Joad non vengono mai criticati. Sono abbastanza certo che in realtà alcuni fan li ascoltino poco, ma la loro bellezza è così universalmente riconosciuta che non si può non inchinarsi, figuriamoci prendere una posizione critica. Il terzo album semiacustico, Devils & Dust, ha qualche acerrimo nemico, insieme a tanti ammiratori. Tra le meno amate in assoluto c’è Let’s Be Friends, una specie di ufo che molti fan non considerano nemmeno di Bruce (e lui stesso l’ha dimenticata dal vivo). I più attenti all’aspetto della produzione musicale non amano generalmente il lavoro di Brendan O’ Brien negli album Devils & Dust, Magic e Working On A Dream, oltre in qualche episodio di High Hopes. In generale apprezzano di più il lavoro di Ron Aniello, ma anche in questo caso abbiamo più di un’eccezione. Mentre Magic, sul lato della composizione e dei testi, è un album generalmente apprezzato (per fortuna), Working On A Dream invece è per lo più massacrato, con l’eccezione di The Last Carnival e The Wrestler. La canzone simbolo della categoria “massacrate” è Queen Of The Supermarket, ma seguono a ruota This Life, Surprise, Surprise e Outlaw Pete. Per la cronaca io non sono così negativo su Queen Of The Supermarket e su Outlaw Pete (un giorno ne spiegherò le ragioni).

Molta discordia sugli ultimi due album di inediti

Wrecking Ball ha pochi “nemici”. Tuttavia, se tutti esprimono grande apprezzamento per canzoni come American Skin e Land Of Hope And Dreams, molti non ne apprezzano le versioni pop-rock in studio. Tanti fan non sono particolarmente caldi su High Hopes, ma apprezzano The Wall e Hunter Of Invisible Game. Infine i due ultimi album di inediti, Western Stars e Letter To You, vivono di alterne fortune tra i fan, spesso toccando gli estremi. C’è chi ritiene Western Stars l’ultimo capolavoro di Springsteen e chi invece ne detesta il sound tra il pop e l’orchestrale. Di Letter To You, invece, in tanti apprezzano il ritorno del grande E Street sound, specie sulle tre canzoni storiche riesumate dagli anni ’70, ma c’è anche chi considera l’album come qualcosa di precotto e di già abbondantemente sentito. In linea più generale, il mondo dei fans più accesi si divide negli estremi tra chi ritiene la musica di Bruce intoccabile e quindi non criticabile a prescindere, e chi invece si sente libero di criticare alcuni lavori, pur amandone complessivamente la produzione e la statura da rocker tra i più grandi di tutti i tempi.

Il cantautore-letterato

Un elemento critico, o almeno singolare, che mi ha colpito nel tempo e di cui ho avuto conferma anche in questo piccolo campione legato alla pubblicazione della recensione di Crush On You, è che una grossa fetta di fan di Bruce si esprime su sensazioni e connotati musicali, sul rendimento dal vivo delle sue canzoni, mentre spesso non considera o mette in secondo piano i testi e i significati delle sue canzoni. Parto da un mio punto fermo: la profondità poetica e narrativa di Springsteen è per me la sua più pregevole caratteristica, nonostante eccella anche in altri aspetti, dalla live performance alla capacità di arrangiare le sue canzoni per arrivare alla qualità dei musicisti con cui lavora. È proprio questa convinzione che mi ha portato, tra le altre cose, a recensire le sue canzoni e a gestire addirittura questo blog dedicato. Mi ero convinto anche che, come me, la maggioranza dei fan springsteeniani fossero maniacalmente attenti ai suoi versi e ai suoi significati, invece tutto sommato è di gran lunga superiore l’attenzione che la maggioranza dei fan mette alla sua musica e alle sue performance dal vivo. Perchè? Perché i testi sono ritenuti secondari per un musicista? Perché è più immediato ascoltare musica che apprfondire testi e significati? Potrebbe ancora oggi pesare per molti la barriera linguistica? Quale che sia il motivo, spero con il mio lavoro di aiutare chi ha voglia di approfondire la grandezza di Bruce Springsteen anche come figura eminente della letteratura americana. Perché in fondo Bruce questo è. A Bob Dylan hanno dato il Nobel per la letteratura, perché la musica cantautorale americana è cultura in senso pieno e non in senso lato. Bruce Springsteen ricopre nella letteratura americana un ruolo del tutto analogo.

 

Leggi la mia presentazione di Bruce Springsteen

 

Dario Migliorini

 

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