Il suo nome provoca titubanza e qualche comprensibile sorrisino di scherno nelle persone a cui dico da dove vengo. Il mio paese si chiama Corno Giovine, un minuscolo borgo in una minuscola provincia italiana: Lodi. Non ha monumenti storici di grande rilievo (sarà poi vero?), non ha motivi turistici attrattivi o particolari tradizioni da decantare. Per gran parte dell’anno ha pure un pessimo clima, caldo e afoso d’estate e freddo e umido d’inverno. Però Corno Giovine non è solo il luogo in cui vivo, immerso in una campagna rigogliosa e ricca di acqua, ma è anche il paese da cui parto ogni volta che intraprendo un viaggio. E visto che in questa rubrica del mio blog scrivo di esperienze in viaggio, allora mi sembra opportuno partire parlandovi del posto da cui i miei viaggi partono: Corno Giovine (sì, esiste anche Cornovecchio… so che molti di voi se lo stanno chiedendo).
Campagna e… biciclette
Corno Giovine appartiene a una piccola fetta di terra, denominata Basso Lodigiano. La nostra cittadina di riferimento è Codogno, divenuta famosa per motivi tristi ma cittadina vivace ed elegante. Anche l’emiliana Piacenza è a due passi, giusto oltre il fiume Po. Milano è a circa 60 km. La nostra Bassa è una terra ricca d’acqua, tra fiumi, canali e ben progettati sistemi di irrigazione, con un’agricoltura intensiva e una fervida attività di allevamento di bovini e suini. Siamo in piena campagna, tra sentieri nei boschi, stradine bianche e argini dei fiumi e dei canali. Ci distinguiamo anche per una fittissima rete di piste ciclabili (tra le più fitte d’Italia in proporzione alle dimensioni del territorio), cosa che rende questo territorio molto appetibile per chi vuole pedalare in sicurezza e senza particolari sforzi, data l’assenza di rilievi collinari. Un consiglio: venite da noi tra marzo e maggio oppure tra settembre e ottobre.
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Non c’è proprio niente?
In realtà Corno Giovine qualcosa da mostrare e da vantare ce l’ha. La Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Biagio, fu costruita nel 1502 e quindi ha compiuto da poco 500 anni. E poi c’è un dettaglio che mi ricordava spesso mio padre, che è stato sindaco e storico locale: il campanile, eretto nella sua forma attuale nel 1838, è alto ben 52 metri e come tale risulta essere il secondo più alto di tutta la Diocesi di Lodi. Un record significativo per un paese così piccolo. In effetti il campanile è visibile anche da molto lontano e impressiona per quanto svetti sopra i bassi tetti delle case del paese. C’è poi un altro monumento significativo: l’Oratorio di San Rocco, una piccola chiesa ai margini del paese, che risale addirittura al 1400. Un piccolo gioiello che in zone più turistiche accoglierebbe certamente molti visitatori.
La vecchia fornace
Anche se è proprietà di privati e di conseguenza non è visitabile, se non in alcune specifiche occasioni di apertura straordinaria, la fornace di Corno Giovine è un monumento di raro interesse. Di fornaci risalenti all’800 ancora in piedi in Italia ce ne sono ben poche. Grazie all’opera illuminata di un piccolo grande sacerdote, Don Luigi Savaré (oggi sulla strada della beatificazione), dagli inizi del ‘900 fino agli anni sessanta, la fornace ha dato lavoro a centinaia di persone e sfamato centinaia di famiglie. Ne è proprietaria un’altra illustre concittadina: l’artista Ilia Rubini. I suoi quadri e le sue sculture hanno fatto il giro d’Europa e del mondo (è lei ad aver scolpito la statua della lodigiana Santa Francesca Cabrini a Denver in Colorado). In attesa di vedere la fornace di persona, la potete ammirare nel film Senza Lasciare Traccia di Gianclaudio Cappai (2016), girato per gran parte proprio lì.
I fratelli Montani
Alle masse i nomi dei quattro fratelli Montani – Pasquale, Giuseppe, Pietro e Oreste – non dicono nulla, ma a chi conosce bene la musica classica, e soprattutto a chi ha studiato musica nelle accademie o nei conservatori, sono ben noti. Pietro Montani, in particolare, il più famoso dei quattro, ha scritto musica classica di altissimo livello e, ancor più, ha scritto libri didattici di musica per tanti studenti italiani e stranieri. Corno Giovine ha dato i natali a questi quattro musicisti e, negli anni ’90, ha dedicato loro una via. Inoltre da anni è attivo un comitato che ne sostiene l’opera e ne agevola la memoria, organizzando in paese concerti di musica classica e contest dedicati alle giovani promesse sui tasti neri e avorio, provenienti da tutta Italia.
L’associazionismo
Pur essendo un paese molto piccolo (solo 1.200 abitanti), Corno Giovine è da sempre molto attivo dal punto di vista associazionistico. Molti sodalizi sono tuttora attivi in paese, impegnati in diversi ambiti, da quello socio-assistenziale (Associazione Insieme) a quello sportivo (da circa 15 anni è attivo un Gruppo Podistico in un paese dalla grande tradizione, in quanto tra i primi a organizzare negli anni Settanta una Maratona competitiva). Oltre al già citato Comitato Montani, ricordo anche la Comunità Laudato Si’ (che sviluppa le sensibilità verso la natura), l’Associazione Un Po Nostro (che valorizza il nostro Grande Fiume), il Centro Culturale Umberto Migliorini, che mi onoro di presiedere, fondato da mio padre nel 1991, ma soprattutto la locale Pro Loco, che fu fondata oltre 60 anni fa e risulta essere la seconda più longeva di tutto il Lodigiano dopo quella di Codogno.
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Un luogo magico
Qui la natura la fa da padrona, non solo per i colori che offre, specie in primavera e in autunno, ma perché il corso del Po, presso la località Passone – Morti della Porchera, forma un’ansa che rende quel luogo magico. Ad aumentarne la bellezza naturale del luogo c’è un piccolo chalet che, con la sua terrazza sul fiume, consente di godere dello spettacolo davanti a un bicchiere di vino e a un piatto di ottimi salumi o formaggi. Un luogo di relax, dove programmare una pausa durante un giro in bicicletta, per esempio. Un luogo che ti riconcilia con la natura, nel quale ti senti libero e in pace con te stesso. Io ci vado spesso con la famiglia, con gli amici e con una chitarra. Quante cantate di compagnia laggiù! Se capitate da queste parti non perdetevelo. Vi ho portato gente proveniente da ovunque e sono rimasti incantati.
Curiosità
Incuriosisce il nome di Corno Giovine. Si è molto discusso sulla sua origine. Qualcuno ha sostenuto che derivi dalla forma del Po nel territorio del paese, ma è improbabile: il corso del fiume è cambiato nei secoli. C’è chi l’ha collegato al corniolo, una pianta spontanea che sembra crescesse rigogliosa da queste parti. È più probabile che Corno derivi dal celtico Gor, che significa altura. Corno Giovine, infatti, come anche Cornovecchio, si eleva su una bassa costa che domina la piana sottostante che conduce al fiume. Mentre Cornovecchio, però, è stata fondata parecchi secoli prima, dalle popolazioni barbare che hanno occupato questi territori dopo la caduta dell’Impero Romano, Corno Giovine è nata secoli più tardi per iniziativa di mezzadri che chiesero ai monaci di una vicina abbazia di coltivare quei terreni ancora incolti. Anche il vicino paese di Santo Stefano Lodigiano (allora Santo Stefano al Corno) ebbe un’origine simile.
Tira tu le conclusioni…
- Sei mai stato a Corno Giovine o nel Basso Lodigiano? Ora anche una fermata autostradale sulla A1 ti può aiutare a individuare il territorio.
- Se abiti a distanze che ti permettono di pianificare un’uscita domenicale o un weekend, non ti piacerebbe prendere in considerazione una visita da queste parti? Ricordati in particolare: una bicicletta e un passaggio sul Po.
- A volte il luogo d’origine resta sempre con te, ovunque tu vada. Succede anche a te? Vivi nel tuo luogo d’origine o lontano dallo stesso?
- Se hai guardato le foto che ho allegato all’articolo, che idea ti sei fatto?
Esprimere se stessi è segno di vitalità e di distinzione. Fallo anche tu e commenta qui.
Molto interessante
Grazie Claudio. Ci frega parecchio il clima, altrimenti sarebbe un bel posto per viverci e perché no anche da visitare per una breve vacanza nella natura, con le biciclette e, anche qui, con la buona cucina. Per questo ho consigliato marzo-maggio e settembre-ottobre
Bastano poche ma invisivebparole per far conoscere un territorio che è un piccolo tesoro della nostra bassa lodigiana
Grazie Aurelio per la lettura e per il commento. In effetti la nostra Bassa è molto meglio di quanto possa sembrare. Siamo penalizzati da clima per buona parte dell’anno, ma sono convinto che tanta gente rimarrebbe sorpresa per i bei posti che ci sono anche da noi
Grazie Dario, da “mezza cornina” ho letto con piacere ed imparato anche qualcosa!
Grande, Barbara… grazie, già… mi hai raccontato delle tue origini. Ma sì, è bello scoprire cose che non si sanno. Io ho avuto la fortuna di vivere in casa con uno dei massimi esperti, se penso alle tante ore in cui l’ho visto piegarsi sui faldoni e sui libri.
Ho avuto la fortuna di conoscere questo piccolo paese e ho apprezzato la sua geografia, ma soprattutto il calore della sua gente. Ottimo racconto della storia dell’ incantevole borgo fatto per Dario Migliorini a chi ho avuto il piacere di conoscere insieme alla sua affettuosa famiglia.
Senza dubbio ritornerò a questo attraente paese
Carissimo Horacio, che piacere leggere queste parole. Sono contento che ti sia piaciuto l’articolo e sono ancora più contento perché tu hai visitato questo posto. Spero tu ci possa tornare presto. E anche di ricambiare la visita da voi.
Caro Dario il paesaggio che descrivi, sembra uno dei pochi (forse son più di pochi) luoghi rimasti incontaminati di questo bel paese italiano tanto e troppo spesso deturpato.
Il dagherrotipo di una “…campagna rigogliosa con
sentieri che attraversano boschi, stradine bianche e argini dei fiumi e dei canali…” fuori il traffico, fuori il caos, senza mode, senza quisquilie, senza imbellettati..
Un posto ancor più arricchito, fortunatamente, da persone appassionate di musica…
Quei tanto amati tasti neri e avorio, che nella mia vita ho avuto il piacere di studiare, e l’immagine che ci hai regalato di corno giovine, mi hanno fatto venir alla mente dei brani di un artista avvocato di Pordenone, Remo Anzovino, che ho avuto il piacere di ascoltare in un concerto all’alba…un’alba che baciava il mare di vietri mentre le sue note si liberavano. Credo sia un artista straordinario ed il tuo racconto mi ha fatto pensar a questo in particolare…”Dove sei” dall’album “L’alba dei tram”.
È una musa di nostalgia e passione.
Una bici
Quella musica
Un sentiero
Ed il resto non conta.
Sicuramente un luogo magico da vivere.
Carissima Carmen, che piacere. Sono felice che tu abbia letto questo articolo sul mio paesino e che tu l’abbia gradito. Non l’ho scritto solo perché “il posto in cui sei nato resta con te per sempre”, come disse Springsteen presentando la sua My Hometown, ma anche perché si cogliessero le cose che così profondamnte hai colto tu. I silenzi, gli spazi infiniti, i profumi (e persino gli odori), fanno parte di questa terra e non hanno nulla a che vedere con la presenza di mare, montagna, lago, arte, monumenti. No, è tutta un’altra cosa: è vita, fondamentalmente. E’ quel famoso aratro che solca la terra, come la puntina di un disco che genera musica.
Continua a leggermi e a scrivermi. Un abbraccio. Dario
Dario, mi ha fatto piacere leggere questo articolo riguardante il paese in cui viviamo, anche perché non ero a conoscenza di tante cose che hai scritto!!
Che storia.
Scott
Ciao Scott, succede anche a quelli di Roma o di Venezia di banalizzare il posto dove si vive, perché lo si vede sempre e inevitabilmente si sogna di essere altrove. E se succede a loro, figurati se non succede a noi di Corno. Però poi arriva il momento di pensare al posto in cui vivi e tenti di vederlo in un’altra ottica. Ti chiedi: “Ma se uno arriva qui, cosa vede, cosa trova?”
Questo articolo è un po’ la risposta a quella domanda.
A presto
Dario