Ennio Morricone è indubbiamente uno dei più grandi compositori di musica per il cinema. Per molti il migliore. Sicuramente il più prolifico, con 470 film musicati, di cui 60 premiati con riconoscimenti cinematografici. Non si contano i riconoscimenti personali, tra cui un Oscar alla carriera (2007) e un Oscar per la migliore colonna sonora originale (2016, The Eightful Eight), 3 Grammy Awards, 3 Golden Globe, 1 Leone d’Oro alla Carriera. Manco fosse una popstar o una rockstar, Ennio Morricone ha venduto nella sua carriera più di 70 milioni di dischi, che hanno spaziato dalla musica classica al pop, passando per le colonne sonore western e il jazz. Il Maestro, come Ennio Morricone è universalmente noto, ci ha lasciato esattamente 3 anni fa, il 6 luglio 2020. Ha lasciato noi, ma anche un suo “amico musicale”, oltre che grande ammiratore: Bruce Springsteen.

Ennio & Bruce

L’ammirazione reciproca tra Ennio Morricone e Bruce Springsteen arriva da molto lontano e non può che essere nata da Bruce. Appassionatosi di cinema già dagli anni ’70 e innamoratosi degli spaghetti western di Sergio Leone, Springsteen capì quanto la musica di quei film fosse importante e si fondesse nel film stesso, come se le due dimensioni non potessero vivere separatamente. Così, nel corso del primo The River Tour, tra il 1980 e il 1981, Bruce introdusse Badlands con il celebre tema di C’era una Volta il West. Poi, nel corso dei successivi Born In The USA Tour e Tunnel Of Love Express Tour provò, senza mai eseguirla nelle setlist ufficiali, il tema principale di Il Buono, il Brutto e il Cattivo. Tema che verrà suonato ufficialmente solo nel 1984 a Los Angeles, durante l’introduzione alla cover di High School Confidential.

L’ammirazione diventa reciproca

Crescendo la popolarità di Bruce Springsteen, Ennio Morricone si lasciò incuriosire dalla sua musica e, ancora di più, dai suoi testi. Fu negli anni ’90 che Morricone conobbe la produzione del rocker/storyteller del New Jersey e non volle mancare al suo concerto di Roma del 10 aprile 1996 durante il The Ghost Of Tom Joad Tour in acustico. Fu, quella, anche la prima occasione di contatto tra i due (da cui la foto che accompagna l’articolo). Non sarà l’unica presenza del Maestro a un concerto di Bruce Springsteen. Singolarmente anche la seconda volta l’occasione sarà un concerto a Roma e sempre nel corso di un one man show acustico (6 giugno 2005 – Roma – Devils & Dust Tour).

Ennio & Bruce nel nuovo Millennio

Gli anni Duemila in realtà videro diverse occasioni di nuovo contatto, seppur puramente artistico, tra i due musicisti. Nel 2007 si verificarono due occasioni in cui Ennio Morricone e Bruce Springsteen si tributarono reciproca ammirazione. Prima Bruce partecipò al disco tributo We All Love Ennio Morricone con un’originale rivisitazione alla chitarra solista del tema principale di C’era una Volta il West, che valse al Boss il Grammy Award 2008 per la Best Rock Instrumental Performance. Poi Morricone scrisse una bellissima prefazione al libro Bruce Springsteen: Like A Killer In The Sun di Leonardo Colombati. Springsteen, inoltre, dal The Rising Tour del 2003 e per diversi tour successivi, decise di utilizzare sempre il famoso tema di C’era una Volta il West nel momento in cui la E Street Band e, per ultimo, lui stesso, salivano sul palco per suonare i loro concerti italiani. Una scelta che sottolineava anche il legame tra Morricone, Springsteen e il pubblico presente per le comuni radici italiane.

Western Stars

Quando nel 2019 Springsteen pubblicò il suo 19esimo album in studio, Western Stars, ammiratori e critici si accapigliarono non poco (metaforicamente parlando) sulle nuove scelte musicali di Bruce. Qualcuno amava la sua “deriva orchestrale”, fatta di archi e sonorità pop anni ’70, altri contestavano i suoni eccessivamente melodici e carichi di suoni orchestrali dell’album. Quello di cui invece si parlò molto meno – io in realtà ne parlai diffusamente nella mia recensione dell’album che ripubblicherò a breve qui su Words & Music – è quanto il nuovo approccio di Springsteen si ispirasse alla musica del Maestro. Un’ispirazione per me evidente, oserei dire totale. Non solo nelle più ariose canzoni di stampo western, come ad esempio la title track, Hello Sunshine o Chasing Wild Horses, ma anche per alcuni inserti in altre canzoni, come il doppio assolo di pianoforte in Drive Fast (The Stuntman) o la splendida parte di violino in Stones. C’è di più: dal momento che Ennio Morricone lavorò molto anche su atmosfere più pop anni ’60/’70 (sia per il cinema, sia in singole canzoni popolari), anche canzoni di Western Stars come The Wayfarer, Sundown e There Goes A Miracle possono essere, almeno in parte, ricondotte all’ispirazione morriconiana.

Così disse Morricone

Dal bellissimo libro Like A Vision, Bruce Springsteen e il Cinema, pubblicato nel 2015 e curato da Paola Jappelli e Giovanni Scognamiglio (co-fondatori dello storico fanclub Pink Cadillac di Napoli) estraggo un passo fondamentale di ciò che Morricone scrisse su Springsteen: “La scrittura di Springsteen è cinematografica: ogni verso è un’inquadratura, ogni strofa è una scena, e ciascuna canzone ci presenta un personaggio ritratto a tutto tondo, colto nel momento decisivo della sua vita. Questa scrittura cinematografica non può lasciare indifferente chi, come me, ha scritto musica per il grande schermo. La musica del cinema, se è valida, può essere ascoltata e apprezzata anche senza guardare le immagini. Allo stesso modo, le canzoni — musica e parole — di Springsteen potrebbero essere paragonate alla colonna sonora di un film ancora da girare: non hanno bisogno di immagini alle quali appoggiarsi perché sono loro stesse ad evocarle”.

 

Leggi la mia presentazione di Bruce Springsteen

 

Dario Migliorini

 

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