Se alcuni brani inclusi in Greetings From Asbury Park, New Jersey, primo album di Bruce Springsteen, narrano della crescita di un ragazzo di provincia nel suo ambiente, tra scorrazzate notturne con gli amici e ribellioni scolastiche, e delle prime escursioni nelle subway e nelle backstreets della metropoli newyorchese, For You è invece una delle prime canzoni d’amore del giovane rocker di Freehold, New Jersey. L’amore sincero e tormentato verso una ragazza problematica (qualcuno ipotizza un’aspirante suicida), che non ripaga le attenzioni del protagonista/narratore e se ne vuole andare in cerca di migliore fortuna. Se musicalmente le due canzoni sono totalmente distanti, nel loro significato For You e Mary Queen Of Arkansas sembrano avere un forte collegamento, narrando delle tempestose relazioni tra ragazzi innamorati e ragazze problematiche e volubili. L’elevato gradimento di For You tra i sostenitori di ogni età è stato favorito anche dalla sua frequente riproposizione nel nuovo millennio.
IL SIGNIFICATO DELLA CANZONE
“Sono venuto per te, per te… ma tu non avevi bisogno della mia urgenza”. For You si basa su due elementi chiave: l’urgenza di amare del ragazzo e l’emergenza esistenziale della ragazza. Lui nutre un amore giovane ed esuberante, schiavo della sensualità e dei misteri della ragazza. Lei vive nell’indecisione e nello squilibrio psicologico e sembra volersene andare per aspirare a qualcosa di più. Non è chiaro se il ritrovamento della ragazza svenuta in spiaggia e la successiva corsa in ambulanza presuppongano un tentativo di suicidio o, almeno, una pesante sbronza o l’assunzione di droghe. In realtà For You potrebbe nascondere una metafora sul profilo psicologico della ragazza, che compie scelte sbagliate e si autoinfligge sofferenza. Il salvataggio da parte del ragazzo, in tal caso, si configurerebbe come la volontà di darle quella sicurezza che a lei manca. È lui infatti a dirle: “Stavolta non sono i tuoi polmoni, ma il tuo cuore ad avere in pugno il tuo destino“.
Lei vuole di più
La ragazza di For You, un tempo innamorata del narratore, ora eleva muri e infrappone altri ragazzi tra loro. Lui dipinge se stesso come un soldato ferito ma indomito, al punto da accettare di mettersi in fila per averla. Ma lei scappa: “Eravamo entrambi autostoppisti, ma il tuo orecchio sentiva solo il rombo di buoni motori su una lontana spiaggia straniera, così te ne sei andata per trovare una ragione migliore di quella per cui vivevamo.” La sua insoddisfazione congenita la porta a non farsi bastare l’amore del ragazzo. Lei, senza la freddezza e la sostanza di chi prova a costruirsi un futuro, se ne va correndo il serio rischio di non farcela. Un tema che verrà ripreso in Kitty’s Back, splendida storia suburbana di tradimento e pentimento. Uomini romantici, donne insoddisfatte, sconfitte cocenti, ritorni inattesi.
L’amore romantico
Nell’ultima lunga strofa, che comprende il ponte che porta verso il ritornello finale, emerge il probabile epilogo della storia. Lei se n’era andata, ma è tornata con una sconfitta. Lui la ritrova e, ancora innamorato, torna a riproporsi: “E non è per quella boccuccia da bambina che sono tornato, non è per come stavi sdraiata sul pavimento, perché ho sfondato tutte le tue finestre e abbattuto tutte le porte. E chi sono io per chiederti di leccare le mie ferite? E dovresti sapere che è la verità, sono tornato per te.” Il ragazzo ricorda bene la delusione che ha provato nell’essere abbandonato da lei e non perde l’occasione per ricordarle tutto quello che ha fatto per lei. Ma alla fine, al suo ritorno, la cerca di nuovo. Non perché ritenga di essere in credito di qualcosa (“E chi sono io per chiederti di leccare le mie ferite?”), ma semplicemente per amore, l’amore più romantico.
Il nuovo Bob Dylan… ma c’è di più!
Il testo di For You, molto lungo e ricco di parole e di immagini, appartiene all’epoca in cui Bruce Springsteen era visto, non a caso, come il nuovo Dylan. La descrizione degli eventi e dei sentimenti è corredata da un gran numero di versi, di immagini e di metafore. Rispetto ad altre canzoni dello stesso album (ad esempio Growin’ Up e It’s Hard To Be A Saint In The City, che peraltro non sono brevissime), For You ha circa il doppio della parole utilizzate nel testo. E dal momento che la durata della canzone non è particolarmente lunga, questo significa che la metrica, specie delle strofe, è molto stretta e complessa. Uno stile lirico che Springsteen abbandonerà gradualmente già dal secondo album, The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle e, ancora di più, nei dischi successivi.
QUATTRO MUSICISTI PER UN ROCK DA URLO
Nonostante la sua complessità musicale, For You è eseguita da soli quattro elementi: Bruce Springsteen suona la chitarra e canta senza il sostegno di cori o controcanti. Vini Lopez e Garry Tallent formano la base ritmica, mentre al piano e all’organo David Sancious svolge un lavoro davvero eccellente, come del resto nelle sue corde. L’elaborazione musicale che ne risulta è impressionante. Lopez, nel suo stile strabordante, riempie la canzone di stacchi, spesso doppiati dal pianoforte e dalla chitarra. Tallent, bassista talentuoso che dà prova delle sue enormi qualità soprattutto nei due primi album, lo segue con spunti da virtuosista. Lo stesso Springsteen lavora di fino alla chitarra ritmica, specie quando esegue i riff in levare nel ritornello. Il risultato è una sorprendente ballata rock a tempo veloce, in cui il sopraffino lavoro di Springsteen e di Sancious sulla componente armonica è essenziale per dare ulteriore spunto ritmico a una base batteria/basso già decisamente operosa.
Curiosità
For You è stata resa ancora più possente nelle versioni live che si sono succedute, specie nei tour del nuovo millennio. Bruce Springsteen ne ha poi eseguite alcune versioni al pianoforte, peraltro modificandone leggermente gli accordi del ritornello. For You è stata inoltre riproposta in alcune cover, tra cui quella della Manfred Mann’s Earth Band, che da Greetings From Asbury Park, New Jersey ha preso anche Spirit In The Night e Blinded By The Light per includerle nel suo album Chance (1980).
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