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Greetings From Asbury Park, NJ, album di Bruce Springsteen

Aggiornato il 21 Gen, 2021 | Words and Music |
greetings from asbury park

Greetings From Asbury Park, N.J. è il primo album di Bruce Springsteen, pubblicato nel gennaio del 1973. Il giovane Springsteen a maggio del 1972, all’età di soli 22 anni, aveva tenuto un’audizione davanti al guru dei talent scout della CBS, John Hammond, che anni prima aveva scoperto niente meno che Bob Dylan. Era proprio a Dylan che Hammond si riferiva, vedendo Springsteen come l’erede del grande cantautore di Duluth, Minnesota. Non è un caso che Bruce portò all’audizione canzoni eseguite solo con la chitarra acustica: Growin’ Up, It’s Hard To Be A Saint In The City, Mary Queen Of Arkansas e Does This Bus Stop At 82nd Street? Queste canzoni entreranno in Greetings From Asbury Park, N.J., formandone il primo nucleo.

IL NUOVO DYLAN

L’idea del “nuovo Dylan” spinse la CBS a chiedere a Springsteen la registrazione di Greetings From Asbury Park, N.J. come album folk acustico, ma Springsteen si oppose e chiese che alle registrazioni partecipassero alcuni dei musicisti con cui stava suonando, che poi erano gli amici con cui trascorreva le giornate e le nottate ad Asbury Park, New Jersey. La famiglia Springsteen si era trasferita in California e aveva venduto la casa nella natia Freehold. Bruce decise però di rimanere nel New Jersey, ma a quel punto non aveva un domicilio. Per un certo periodo pernottò addirittura nella casupola di deposito dei surf del suo amico Carl “Tinker” West. Il primo nucleo della futura E Street Band era formato da Vini Mad Dog Lopez alla batteria, Garry Tallent al basso e David Sancious al pianoforte e organo. Così, mentre Mary Queen Of Arkansas rimase nel formato one man band con la sola aggiunta di una parte sovraincisa di armonica a bocca, le altre tre canzoni presentate in audizione alla CBS divennero full band, sebbene sempre con una veste acustica.

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Greetings from Asbury Park, N.J. si completa

Nell’estate del 1972 vennero registrate altre canzoni per Greetings from Asbury Park, N.J. : Lost In The Flood e For You, entrambe full band, e The Angel, scritta già nel 1971 e suonata solo da David Sancious al pianoforte e Richard Davis al contrabbasso. A Lost In The Flood collaborò, ma in modo del tutto marginale, anche un nuovo grande amico di Springsteen, Miami Steve Van Zandt, che però non entrò nella band, pagando la necessità di ridurre al minimo la band, imposta dalla CBS, e non potendo così partecipare alle registrazioni del disco. L’unico apporto del futuro Little Steven fu un suono distorto di amplificatore che si sente all’inizio di Lost In The Flood, a simulare un rumore di guerra.

Servono le hit

A quel punto, convinto ad abbandonare l’idea del “nuovo Dylan”, l’allora presidente della CBS, Clive Davis, chiese a Springsteen di scrivere e registrare due pezzi pop, adatti a scalare come singoli le classifiche di vendita. Nacquero così Blinded By The Light e Spirit In The Night, che videro un’altra novità fondamentale: alla band infatti si unì il sassofonista Clarence “Big Man” Clemons, destinato a diventare un mito nell’immaginario comune degli springsteeniani di ogni dove. Nella prima canzone Clarence Clemons partecipò con una partitura di solo accompagnamento, nella seconda invece eseguì il primo di una serie interminabile di assoli che accompagneranno la discografia di Springsteen nei decenni successivi. Greetings From Asbury Park, N.J. divenne quindi un album con tre anime: quella emersa dall’idea del nuovo Dylan, quella di una prima coscienza di band delle registrazioni dell’estate del 1972, quella più pop coincidente con l’ingresso di Clarence Clemons nella band.

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Greetings from Asbury Park, N.J. non sfonda

Blinded By The Light e Spirit In The Night non riuscirono però a ottenere l’effetto sperato dai discografici e dallo stesso Springsteen. I singoli raggiunsero livelli deludenti nelle classifiche e, una volta lanciato, Greetings from Asbury Park, N.J. si rivelò un mezzo flop dal punto di vista commerciale. Mentre il giovane Bruce continuava a scrivere pezzi per avere nuovo materiale da proporre dal vivo, già la CBS iniziava a dubitare della scelta fatta. Meglio il folksinger acustico alla Dylan o insistere sul filone più rock? Meglio con musicisti professionisti o avanti tutta con quei ragazzi venuti dal nulla? Per qualcuno la scommessa Springsteen andava già abbandonata. Ma altro materiale era già pronto per essere inciso.

Curiosità

Dunque, con l’inclusione di Blinded By The Light e Spirit In The Night nell’album, iniziò la collaborazione tra Bruce Springsteen e Clarence Clemons. Springsteen ha spesso testimoniato, romanzandone abilmente il racconto, il momento in cui fece conoscenza con il suo gigantesco sassofonista. Stava suonando in un club quando, ad un tratto, la porta del locale si aprì e comparve un uomo enorme, così alto e grosso da far sembrare il suo sax un giocattolino per bambini. Quella sera, dopo l’esibizione, Bruce e Clarence parlarono a lungo e suonarono qualcosa insieme. Fu amore a prima vista. Nelle tournée successive i due idearono anche delle scenette, specie durante l’intermezzo di Growin’ Up in cui il tocco delle loro mani faceva scattare la scintilla del rock’n’roll. La loro unione professionale e la loro amicizia furono anche simbolo del rock che si sposava con il soul e, in un’ottica più ampia, del bianco che si congiungeva al nero, superando tante barriere razziali, ancora molto alte in America, in primis in un New Jersey martoriato dagli scontri tra bianchi e neri (come Bruce citerà anche in My Hometown).

 

Tira tu le conclusioni…

  • Conosci il primo album di Bruce Springsteen, Greetings From Asbury Park, N.J.?
  • Le due anime dell’album: il folk rock acustico e il soul rock. Senti questa distinzione?
  • Hai letto i testi e le traduzioni delle canzoni di questo album? Cosa pensi di questi testi scritti da un poco più che ventenne?
  • Il binomio Springsteen/Clemons. Esprimi le tue sensazioni sulla lunga collaborazione tra questi due leggendari musicisti.

Dario Migliorini

 

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Dario Migliorini

Dario Migliorini

Autore

Mi presento… sono Dario Migliorini, un giovanotto del 1971 nato a Codogno e residente nel Basso Lodigiano. Convivo con Lara, ho una figlia, Elisa, e sono il primo di quattro fratelli. Mi sono laureato in Economia e Commercio, ma ho ereditato dal mio compianto papà Umberto la passione per la scrittura. Lui, oltre a essere uno storico amministratore locale, si era appassionato di storia lodigiana e aveva scritto diversi libri sull’argomento. Io, dopo la sua morte, ho curato la pubblicazione di due biografie: E Sono Solo Un Uomo (che racconta la vita del sacerdote missionario Don Mario Prandini) e Il Re Povero (che ripercorre tutto quello che mio padre ha combinato su questa terra). Dal 2008 presiedo anche un Centro Culturale che mio padre aveva fondato nel 1991 e che ora porta il suo nome

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