Il busker, l’artista di strada, rappresenta un mondo affascinante, tutto da scoprire, sicuramente da ammirare. Il busker, l’artista di strada, è spesso un artista a tutto tondo, proveniente da accademie o da scuole artistiche. Lui, per esigenze economiche o per scelta di vita, decide di viaggiare, proponendo la sua arte nelle vie e nelle piazze delle città e dei borghi. Una scelta coraggiosa ma davvero seducente, soprattutto per chi, come me, ama queste forme d’arte, in particolare la musica. Troppo spesso passiamo indifferenti davanti a questi artisti, senza considerare non solo la qualità della loro performance e il loro impegno per diventare così bravi, ma soprattutto un risvolto importante: abbiamo la possibilità di assistere a pezzi di bravura in forma totalmente gratuita. Il busker, l’artista di strada, cerca soprattutto la tua attenzione, che lo ripaga di tanta fatica e della sua aspirazione artistica. E una piccola offerta, anche pochi euro, diventa doverosa, non pensate?

MUSICA MERAVIGLIOSA A PORTATA DI… STRADA

Vi voglio raccontare un’esperienza personale che ho vissuto durante un breve viaggio nella zona dell’Alto Garda. Era l’inizio di settembre 2021 e ho visitato posti bellissimi come Riva del Garda, Torbole, Tenno e le cascate del Varone. Queste ultime sono davvero incredibili: non si tratta di cascate “all’aperto”, come se ne trovano tante in giro, ma di cascate che si sono formate in una forra, cioè all’interno di una spaccatura della roccia. Ti ritrovi così in un ambiente chiuso, come in una grotta, all’interno della quale la cascata d’acqua piomba per decine di metri, con giochi di luce e un frastuono assordante. Consigliatissima la visita. Ma il momento più sorprendente del viaggio è capitato casualmente durante la visita al borgo e al castello di Arco di Trento. Ve lo racconto.

LEGGI ANCHE: ESPERIENZE IN MUSICA

 

Un bar affollato di turisti distratti

Dopo la visita ai resti del castello, molto interessante ma faticosa, ho deciso di mangiare qualcosa di leggero in una tavola calda sulla piazza principale del borgo. Era il bar più grande e aveva tanti tavolini all’aperto, tutti occupati. Per fortuna uno era ancora libero e mi ci sono avventato per conquistarlo. Una volta seduto, ho constatato di essere tra i pochissimi clienti italiani. Gli altri erano in prevalenza tedeschi o austriaci in vacanza, in tanti erano reduci da tour mattinieri in bicicletta. Davvero un esercito di ciclisti! I tavolini erano colmi di pinte di birra e c’era un notevole brusio di voci, a volte veri e propri schiamazzi di persone che brindavano alla loro vacanza e ridevano divertiti.

Una bicicletta e una chitarra

Tutto d’un tratto ho visto arrivare un tizio, anche lui in bicicletta. Indossava un paio di bermuda e una maglietta. A tracolla portava qualcosa di molto familiare: una custodia morbida di chitarra. Se mi fossi fermato all’apparenza, l’avrei giudicato come uno che semplicemente ci prova, giusto per tentare di raggranellare due soldi. Il tizio ha appoggiato la bicicletta al muro della Collegiata di Arco, ha estratto la chitarra, ha preparato un piccolo contenitore con alcuni compact disc all’interno e, poco più avanti, ha posto l’immancabile cappellino rivoltato all’insù per la raccolta delle offerte. Qualcosa che ho potuto notare solo perché ero seduto ai tavolini più esterni del locale ed ero sul fronte della piazza.

MUSICA CELESTIALE

Quando il tizio ha iniziato a suonare – prima canzone Hey Jude dei Beatles – ho notato da subito una grande tecnica. Quell’uomo non cantava, ma era in grado di suonare nello stesso istante l’armonia degli accordi e la melodia della linea di canto. Stupefacente! Alla fine di Hey Jude nessuno ha applaudito. Del resto il tizio si era messo a una trentina di metri dal bar, c’era un intenso vociare che si sollevava dai tavoli e, soprattutto, tra la nostra postazione e la sua c’era un passaggio pedonale, sul quale transitavano parecchi turisti, distratti dalla ricerca di un monumento da visitare o di un ristorante dove andare a calmare la fame. Come seconda canzone ha deciso di suonare un celebre pezzo sudamericano di samba. Grazie al looper ha registrato in istantanea la base ritmica e poi ha iniziato a suonarci sopra, portando le sue dita veloci ovunque la tastiera della chitarra lo consentisse. Un portento!

Il capolavoro

Alla fine del brano si sono sollevati due timidi applausi: quello della cameriera del bar che, transitando tra i tavoli, aveva solidarizzato con un’altra persona che come lei si stava guadagnando da vivere, e il mio. Per il resto il nulla, tutti intenti a mangiare e a chiacchierare. Il tizio da lontano ci ha fatto un piccolo cenno di ringraziamento col capo e poi si è preparato per la terza canzone. Nooooo! Bohemian Rhapsody dei Queen. Impossibile! Ehi, amico, hai solo due mani!!! Il tizio ha iniziato con le note di introduzione e poi ha lasciato correre le sue dita libere e piene di vita, per la perfetta esecuzione di un capolavoro. Che emozione! Al termine sono stato uno dei primi ad applaudire, ma a ruota da tanti tavoli e anche dal resto della piazza un sacco di gente ha iniziato a battere le mani. La sua musica e la sua bravura avevano conquistato la piazza distratta.

Dalla strada a Italia’s Got Talent (e ritorno)

Quando mi sono alzato, sono andato a depositare le monete che avevo in tasca nel suo cappellino, esprimendogli un gesto di approvazione totale. Nel cappellino c’erano pochi spiccioli. Dal momento che ero sicuro di non aver visto nessuno avvicinarsi per lasciare soldi, immaginavo che fossero ancora i suoi. Poi mi è sfuggito l’occhio sul piccolo contenitore di CD. Il tizio si chiama Valter Tessaris e da quello che ho visto su una piccola locandina lì in disparte, aveva un po’ di storia alle spalle e qualcosa da raccontare. Tornato al tavolino sono andato a curiosare sul web. Tessaris aveva avuto il picco di notorietà quando aveva partecipato al programma televisivo Italia’s Got Talent, dove aveva impressionato tutti, in particolare un commosso Claudio Bisio.

LEGGI ANCHE: ESPERIENZE IN VIAGGIO

 

Aiutiamo i musicisti!

La cosa più incredibile? Beh, la immaginate da soli. Cosa ci faceva uno come lui in piazza ad Arco a esprimere la sua arte davanti a un pubblico improvvisato e distratto? Le risposte sono due: la prima è che deve mangiare, la seconda è che ama l’odore della strada. Lo show business sfrutta la tua arte, ti fa sentire il profumo del successo e spesso ti rigetta a terra. Ma la strada è la tua casa. Il busker, l’artista di strada, lì ci starà sempre bene, proprio come a casa. La mia morale? Sosteniamo la musica perché la musica è vita. Basta poco: forse i miei tre euro lo avranno fatto mangiare. O forse lui non ha nemmeno bisogno di soldi. Ma potrei aver contribuito un minimo a ripagargli le ore trascorso piegato sullo strumento a studiare per diventare così bravo. Del resto avevo assistito a un mini concerto gratuitamente: sarebbe stato giusto?

Anche Frank in Coupe DeVille

Amo talmente la musica e l’idea del busker, l’artista di strada, che ho voluto che anche Frank Joyce, il protagonista del mio romanzo Coupe DeVille, in un momento di emarginazione e di sofferenza trovasse sollievo nell’esibirsi per strada. Lo fa per le strade di Brooklyn, New York. Siamo alla fine degli anni ’70 e, armato di chitarra e armonica a bocca, Frank suona in un angolo di strada la musica che più ama e che più rappresenta la sua anima. Bob Dylan, Neil Young, il folk, il blues. E le canzoni, allora appena pubblicate, di un grande disco: Darkness On The Edge Of Town di Bruce Springsteen.

Tira tu le conclusioni…

  • Il busker, l’artista di strada, Lo sei mai stato o ne conosci uno?
  • Che effetto ha su di te l’idea di uno stile di vita come quello dei buskers?
  • Hai una tua testimonianza diretta da raccontare sui musicisti di strada tra le tue esperienze in musica?
  • Hai già letto il mio romanzo Coupe De Ville? In caso affermativo, perché non scrivi una recensione sul mio sito? Fallo cliccando qui

Esprimere se stessi è segno di vitalità e di distinzione. Fallo anche tu e commenta qui.

Dario Migliorini

Condividi questo articolo