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Before The Deluge, Jackson Browne

5 Mar, 2021 | Words and Music |
Before The Deluge
Before The Deluge, pubblicata nel 1974 come canzone di chiusura dell’album Late For The Sky, è la canzone manifesto del cantautore californiano Jackson Browne, uno dei massimi esponenti del folk rock statunitense. Fu proprio con la composizione di Before The Deluge che Jackson Browne sviluppò la sua sensibilità ecologica e anticonsumista che proseguì artisticamente con il rilascio dell’album Running On Empty (1977) e culminò due anni dopo con la fondazione del MUSE (Movimento degli Artisti Uniti per l’Energia Pulita) e l’organizzazione della famosa kermesse musicale No Nukes (No al Nucleare), a cui parteciparono artisti del calibro di James Taylor, CSN&Y, Bonnie Raitt, Bruce Springsteen, oltre ovviamente allo stesso BrowneBefore The Deluge è una splendida ballata tra il folk e il rock, che vide peraltro la grande collaborazione tra Jackson Browne, pianista e chitarrista, e David Lindley, storico polistrumentista che in Before The Deluge incanta con un notevole assolo finale di violino.

IL SIGNIFICATO DELLA CANZONE

È difficile trovare una canzone che abbia descritto l’umanità nell’epoca del consumismo e del disinteresse verso la salute del nostro pianeta meglio di Before The DelugeJackson Browne, prendendo il prestito alcune immagini bibliche tra cui quella evocata nel titolo stesso, si rivolge alle generazioni che, dimenticati gli ideali degli anni ’60, sono state attratte dalla leggerezza e dalle comodità della società consumistica, generando ulteriore inquinamento. In effetti, più ancora che parlare all’umanità in generale, Jackson Browne sembra rivolgersi a chi aveva alimentato quei forti ideali di salvaguardia della natura e di lotta al più sfrenato consumismo e poi se ne è dimenticato. Sono loro i sognatori e i folli che nella prima strofa avevano raccolto i mezzi per immergersi nuovamente nella natura. Sono sempre loro che hanno volato verso i loro ideali, spinti dall’entusiasmo e dall’innocenza della gioventù.

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La mancata rivoluzione

Le spinte rivoluzionarie, alimentate da forti ideali collettivi, molto spesso perdono la loro energia. Alcuni dei leader si imborghesiscono o si lasciano attrarre da una logica di puro potere. Tanti dei giovani che li hanno seguiti, crescendo e comprendendo che il perseguimento di un grande ideale comporti tempo e fatica, si lasciano conquistare da una logica individualista e dalle sirene di una vita più comoda e pigra. E così, proprio mentre, a metà degli anni ’70, lui si accendeva verso quegli ideali, Jackson Browne trovò gente stanca e disinteressata. La seconda strofa di Before The Deluge racconta quella situazione: “E sulle ali pazze e coraggiose della gioventù, se ne andarono in giro volando nella pioggia, ma le loro piume, una volta così belle, vennero stracciate e ridotte a brandelli. Alla fine scambiarono le loro ali stanche con la rassegnazione che porta l’esistenza e barattarono il fragile e luminoso splendore dell’amore con il luccichio e il rossetto.” Ecco la sconfitta dell’umanità, ecco il tradimento dell’ideale.

Una visione apolittica

Il disinteresse dell’umanità verso la situazione del pianeta porterà, nella visione di Jackson Browne, verso una situazione apocalittica. La fine del mondo prende la forma del diluvio universale, con la progressiva immersione delle terre emerse. Un epilogo di sapore biblico in cui l’umanità è destinata a soccombere. La disillusione di Jackson Browne nei confronti di chi era attivo verso i temi ecologici e poi si è allontanato dagli stessi è lampante nella terza e ultima strofa. Anche coloro che “erano arrabbiati per come la terra era sfruttata dagli uomini che trasformavano la sua bellezza in potere” saranno vittime della furia della natura, che si prenderà la sua tremenda rivincita. La natura non guarderà in faccia nessuno e non salverà nemmeno coloro che, almeno un tempo, si erano battuti per un ideale di salvaguardia della Terra. Una verità “così semplice e così immensa”– recita il testo. Considerando lo stato attuale del pianeta e la timida “corsa ai ripari” degli ultimi anni, Before The Deluge lanciò, quasi mezzo secolo fa, un messaggio quanto mai profetico.

Un barlume di speranza

Nonostante l’umanità fosse a pochi passi dalla catastrofe, Jackson Browne aprì in Before The Deluge un piccolo residuo di speranza. Il bellissimo ritornello, infatti, che porta il folk rock verso sonorità gospel, apre verso tre concetti chiave. Il primo è la possibilità che la musica possa salvare l’uomo dalla caduta (“Così lasciate che la musica tenga alti i vostri spiriti”). Il secondo è la possibilità che qualcuno si possa salvare, in particolare le generazioni più giovani (“Lasciate che i palazzi tengano i vostri figli asciutti” dal diluvio). Il terzo è l’incitamento al rispetto della natura (“Lasciate che il creato riveli i propri segreti poco a poco”). Un verso essenziale, quest’ultimo: Jackson Browne stimola l’uomo a non provocare la furia distruttiva della natura, ma a scoprire i suoi segreti e a godere della sua bellezza giorno per giorno, senza abusarne.

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UNA GRANDE BALLATA ACUSTICA

Before The Deluge è una ballata folk rock mid-tempo della durata di oltre 6 minuti. Il testo, piuttosto corposo, occupa buona parte della canzone, ma l’extra durata è dovuta anche a due giri identici di introduzione, che presentano il tema musicale, e ad un lungo assolo finale di violino, in cui il polistrumentista David Lindley concede alcuni spunti da grande virtuoso dello strumento. La struttura strumentale del brano è sostenuta, oltre che da un lavoro basico di batteria e basso, dall’armonia apportata dal solido pianoforte di Jackson Browne e dalla bellissima partitura di organo Hammond di Jai Winding. Ma è lo stesso violino di Lindley a fornire anche una meravigliosa contro-melodia rispetto al canto. Un elemento essenziale quanto splendido è rappresentato dai cori, che accompagnano più di sottofondo alcuni tratti del canto di Jackson Browne nelle strofe, ma poi irrompono nella loro bellezza nei due ritornelli, al punto da donare al brano un tocco gospel. I cori sono attribuiti alle cantanti country Beth Fitchet e Joyce Everson.

Curiosità

Before The Deluge è una delle canzoni più amate di Jackson Browne dai suoi fan in tutto il mondo. Anche in Italia il cantautore è molto apprezzato e Before The Deluge lo è altrettanto, se si considera che addirittura un recente sondaggio di Repubblica.it sulle più belle canzoni “green” (cioè che trattano cioè il tema ambientale) ha visto trionfare proprio Before The Deluge, lasciando al secondo posto un mostro sacro del pop come Michael Jackson e la sua Earth Song.

Tira tu le conclusoni…

  • Conosci Before The Deluge. Ne hai letto il bellissimo testo?
  • Prendendo spunto dal significato della canzone, qual’è la tua opinione sulla situazione del pianeta?
  • Hai mai visto i concerti No Nukes del 1979, organizzati da Jackson Browne contro l’energia nucleare?

Esprimere se stessi è segno di vitalità e di distinzione. Fallo anche tu e commenta qui.

Dario Migliorini

 

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