Anno 1965. Dopo i primi album Bob Dylan era molto più di un cantautore, ma uno dei leader di quella rivoluzione culturale che negli Anni Sessanta avrebbe stravolto il modo di vivere e di pensare, in uscita da decenni di conservatorismo e di puritanesimo. Springsteen in seguito dichiarò che, se Elvis Presley ci aveva liberato il corpo, Dylan ci aveva liberato la mente. Tutti acclamarono Dylan come il nuovo menestrello d’America, erede del folk che decenni prima aveva visto come protagonisti Woody Guthrie e Pete Seeger. Ma Dylan, proprio a metà del decennio, si sentì prigioniero in quella veste. Voleva sperimentare nuovi generi e nuovi temi. Il disco Highway 61 Revisited fu il risultato di quella svolta e Like A Rolling Stone ne fu il simbolo. Fu perfino un singolo di successo, nonostante i sei minuti di durata. Like A Rolling Stone è tuttora considerata una delle più belle e significative canzoni del rock.
IL TRIONFO DEL SARCASMO
Like a Rolling Stone (leggi la traduzione qui) è di fondo una canzone di protesta, ma in uno stile ben differente dai precedenti manifesti giovanili. Infatti non c’è più il messaggio diretto e universale di Blowin’ In The Wind e The Times They Are A-Changing, ma una stilettata colma di sarcasmo diretta a quel mondo che si crogiola e si abbuffa nella sua ingiustificata ricchezza, mentre tanta gente arranca alla ricerca della sopravvivenza. La protagonista, a cui il narratore (lo stesso Dylan?) si rivolge, è una ragazza un tempo benestante e snob che ora si ritrova squattrinata e nella necessità di dover “scroccare il suo prossimo pasto”. Proprio lei che una volta si girava dall’altra parte di fronte all’indigenza delle persone e gettava sprezzante le monetine da un centesimo ai senzatetto. Una caduta in disgrazia materiale, ma anche psicosociale. Lei si ritrova sola, senza una casa e senza le attenzioni dei momenti migliori. “Come una completa sconosciuta, come una pietra che rotola” recita il ritornello. E una pietra non può che rotolare verso il basso, senza scelta. Questo è anche il motivo per cui ho preferito tradurre letteralmente “pietra che rotola” e non col più figurativo “vagabondo”, come spesso tradotto in America.
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UNA VICENDA PERSONALE?
In Like A Rolling Stone Dylan usa l’arma del sarcasmo più affilato, senza provare alcuna pietà. Non emergono né compassione né volontà di perdono verso la ragazza. Se è vero che Dylan, a differenza di altri autori come Springsteen, ha spesso mostrato un approccio più sobrio e distaccato verso i suoi personaggi, alcuni osservatori hanno ipotizzato che la sua particolare acidità verso la ragazza di Like A Rolling Stone fosse causata da un riferimento personale. Sembra infatti che, poco prima di sposarsi con Sara Lownds, Dylan avesse frequentato la starlet Edie Sedgwick, la quale però lo aveva accantonato perché attratta dall’inebriante mondo della Pop Art e, in particolare, dal suo massimo esponente, Andy Warhol. Dunque è possibile, anche se Dylan non lo ha mai confermato, che la ragazza di Like A Rolling Stone fosse proprio la Sedgwick e che l’uomo che nel testo girava con lei in moto con un gatto siamese sulla spalla e che poi la abbandonò alle sue miserie non fosse altro che lo stesso Warhol.
UN CAPOLAVORO DA UN RACCONTO
Se davvero Like A Rolling Stone fosse ispirata da una sorta di vendetta personale, la canzone perderebbe la sua carica rivoluzionaria. In realtà in tanti la considerano uno degli attacchi più feroci a quel mondo, spesso gravitante intorno allo show business, che dimentica la strada e si chiude in una cupola ovattata, fatta di lusso e di insensibilità. A rafforzare questa lettura un altro aneddoto: sembra infatti che Dylan avesse ricavato il testo di Like A Rolling Stone da un racconto che lui stesso aveva scritto tempo prima. Questa “riduzione” non aveva comunque consentito a Dylan di giungere a una durata tale da rendere il brano appetibile alle radio. Fu allora che intervenne Albert Grossman, il suo manager, il quale, forte della straordinarietà di Like A Rolling Stone, riuscì a far digerire la sua durata ai programmi radiofonici.
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UN SOUND TRA IL FOLK E IL ROCK
Like A Rolling Stone è una ballata mid tempo, a metà tra il folk dei primi album, a cui conducono soprattutto il pianoforte in stile country e l’armonica a bocca, e il blues rock che Dylan abbracciò da quel 1965. Il sound della canzone diventerà un marchio di fabbrica dylaniano. L’album Highway 61 Revisited segnò la stretta collaborazione tra Dylan, il chitarrista Mike Bloomfield e uno dei più leggendari organisti Hammond della storia del rock, Al Kooper. La sua grandezza si mette al servizio di Like A Rolling Stone con una trovata geniale: la sua parte di intro all’organo è suonata con un ottavo di ritardo rispetto alla ritmica. Ascoltando gli arrangiamenti della canzone, si sente la grande fusione di rock, blues, soul e folk creata dalla chitarra acustica di Dylan, quella elettrica di Bloomfield, il pianoforte di Paul Griffin e l’organo Hammond di Kooper. Un sound che entra dritto nella storia del rock. In quanto al canto, Dylan sapeva che quel ritornello, così emblematico e persino orecchiabile, avrebbe potuto arrivare ovunque ma, incurante dell’aspetto puramente commerciale, lo cantò nel suo classico stile trascinato e nasale.
CURIOSITÀ
Viene spontaneo pensare che i Rolling Stones si siano ispirati a Dylanper il nome della loro band (o viceversa). In realtà né gli Stones né Dylan furono originali nel decidere rispettivamente il nome della band e il titolo della canzone. Gli Stones, infatti, presero il nome da una vecchia canzone del bluesman Muddy Waters, mentre Dylan trovò ispirazione da un brano di Hank Williams. Del resto i Rolling Stones erano già stati costituiti prima che Dylan registrasse Like A Rolling Stone. Tuttavia, dopo una lunga attesa, nel 1995 gli Stones incisero una loro versione della canzone di Dylan, lanciandolo addirittura come singolo del loro album Stripped. Ma Like A Rolling Stone è stata proposta come cover da tantissimi altri artisti, tra cui David Bowie, Jimi Hendrix, David Gilmour, Bob Marley e Green Day. Un’altra interessante curiosità: quando Martin Scorsese decise di girare un film su Bob Dylan, lo intitolò No Direction Home, in omaggio a uno dei versi del glorioso ritornello di Like A Rolling Stone
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