Meccanismi Di Difesa è l’album d’esordio del cantautore comasco Tommaso Imperiali, fresco vincitore insieme a Daketo dell’edizione 2023 del contest Cover Me di Bergamo con l’apprezzatissima interpretazione della canzone The Wrestler di Bruce Springsteen. L’album, in uscita il 13 ottobre 2023, è stato anticipato dal singolo Ragazzini Viziati, lanciato ad aprile 2023 ed entrato nella lista dei 50 finalisti di Area Sanremo. Suonato per gran parte dai componenti della band Five Quarters, con la quale Tommaso Imperiali suona dal 2015 e si esibirà nel tour che seguirà il lancio del disco, Meccanismi Di Difesa presenta otto canzoni, i cui testi sono tutti stati scritti dal giovane cantautore di Como. La composizione della musica, invece, è stata realizzata a quattro mani da Imperiali con Lorenzo Cazzaniga, che ha anche prodotto e arrangiato le canzoni, oltre ad aver suonato le chitarre, il basso elettrico e le tastiere. Interamente eseguito con strumenti musicali, senza alcun intervento di sonorità costruite al computer, Meccanismi Di Difesa è prettamente un album di cantautorato rock, trionfo della ballata più classica in accompagnamento a testi essenziali nella metrica, ma molto profondi nei significati.

Il malessere dei giovani

Classe 1999, quindi oggi 24enne, Tommaso Imperiali esprime nelle canzoni di Meccanismi Di Difesa il malessere e i dubbi di una generazione che, rispetto alle precedenti, fatica a trovare punti di riferimento fermi e vive giorno per giorno tra striscianti paure e pericolose comodità. Si percepisce nei testi il contrasto tra le poche certezze e i tanti sogni, che spesso rimangono tali perché, quando si hanno pochi punti fermi, si tende a rinunciare a spiegare le ali per non abbandonare ciò che si ha, perfino il comodo letto su cui si rimane adagiati. Dall’altra parte c’è anche chi getta all’aria i propri affetti, nel timore di ferirli o di deluderli, causando un senso di fallimento. Il rischio è di perdere la freschezza di un’età nella quale l’amore, le passioni, la voglia di fare e di partire non dovrebbero avere limiti. Vincoli che invece, prima ancora di essere imposti dai genitori, dalla scuola e dalla società, sono auto-imposti dagli stessi giovani. A tutto questo Tommaso Imperiali vuole ribellarsi, cullando i sogni, valorizzando gli affetti e le passioni (in particolare l’amicizia e la musica) e combattendo i cliché di una società che propone illusioni e fake.

I sogni tarpati tra poche certezze e troppa passività

La tentazione della passività emerge in Ragazzini Viziati, la canzone che apre l’album e ha rappresentato il primo singolo. In una ballata rock a tempo medio che fissa da subito le sonorità dell’album, con chitarre e organo in evidenza, Tommaso Imperiali evoca quel rischio: ragazzi che crescono stanchi ancor prima di sognare e di mettersi in strada, ragazzi che si aggrappano alla ritrovata consapevolezza di avere persone vicine o cose importanti che forse davano per scontate. Mi Sento Il Più Grande è uno dei brani musicali più interessanti del disco, con diversi elementi di originalità, tra stacchi ritmici, un notevole controcanto in falsetto e una sezione fiati che porta nel disco tracce di soul. Il testo prende spunto dallo Springsteen di Thunder Road che voleva scappare da una città di perdenti, per notare che i ragazzi di oggi sembrano aver perso quella voglia di scoprire e di partire, pur mal sopportando quella “terra di mostri” e quel “palco di folli” in cui si trovano a vivere. Così, quelli che potrebbero essere rivoluzionari rimangono testualmente i più grandi coglioni con i più grandi rimpianti, perché non osano provare a realizzare i propri sogni per la paura che non si avverino.

Impegnati o menefreghisti?

L’influenza di Springsteen emerge molto forte in Farne Un Dramma, una ballata a tempo medio costruita su chitarre, organo e fiati, nella cui introduzione compare anche un sassofono solista. Se musicalmente rappresenta il momento più leggero dell’album, sul lato lirico la canzone nasconde la tensione di un giovane uomo che vorrebbe prendere la vita con maggiore leggerezza, perché “siamo fili d’erba senza pesi da portare“. Invece ogni volta lui si prende molto sul serio, nell’idea di poter essere determinante per cambiare lo stato delle cose, in contrapposizione al nichilismo di tanti suoi coetanei. Di rinunce e di rimpianti torna a parlare la title track, Meccanismi Di Difesa, una malinconica ballata rock a tempo moderato con un’armonia che trova accordi quasi inattesi e riporta la chitarra in primo piano. Il narratore ha vissuto una notte d’amore ma, tentato di dare un seguito a quel flirt, decide di lasciar finire tutto lì, nel timore che quel breve attimo di vita e di sogni possa essere rovinato dalla realtà di tutti i giorni. Meglio che tutto rimanga solo un bel ricordo.

Musica e amicizia

Cosa Vi Siete Persi, un rock veloce dalle melodie piacevoli e facili all’orecchio, è però uno dei momenti lirici più alti dell’album, al punto che è difficile sceglierne i versi più significativi. Una canzone che da un lato riprende il tema della title track in tema di rinuncia all’amore vero (“Quante storie ho lasciato cadere per il terrore di tenerci troppo e la paura di alzare lo sguardo e notare di essere l’unico che si è commosso“), dall’altro torna a parlare di limiti che ci si auto-impone per la paura di crescere e di soffrire (“Questi rischi calcolati ci hanno rovinati, portami dove chi ha il cuore a pezzi dice agli altri ‘cosa vi siete persi’“). La bellissima Tom Waits, basata su un coinvolgente motivo di pianoforte e impreziosita dalla prestazione vocale di Tommaso Imperiali, esprime il malessere di un ragazzo (lo stesso autore) che non trova la quadra della sua esistenza e rischia di cadere nel buco nero della depressione. Per fortuna, però, una sana amicizia e della buona musica arrivano in soccorso.

Tra sensi di colpa e facili giudizi

Il tema dell’impegno sociale per uscire dal nichilismo imperante, già trattato in Farne Un Dramma, torna in Nico, l’unica canzone con una narrazione in terza persona. Il protagonista è un ragazzo fuori dal suo tempo, che non riesce a godere dei suoi vent’anni perché sente il peso della consapevolezza per le troppe ingiustizie nel mondo, unitamente a un pesante senso di colpa per non riuscire a fare abbastanza per contrastarle. Questa frustrazione è accompagnata da una ballata a tempo medio dalla melodia leggera e orecchiabile, in netto contrasto con il dramma vissuto dal giovane Nico. Sopra un organo davvero interessante che conduce le danze, torna il sassofono ad aprire e chiudere il pezzo. L’album invece è chiuso da I Motivi Degli Altri, altra ballata a tempo moderato nella quale è ancora l’organo a sorreggere l’armonia, mentre torna la chitarra a delineare il motivo musicale. Il messaggio traghettato è chiaro e decisamente condivisibile: troppo spesso giudichiamo gli altri, senza sapere quali esperienze di vita, quali sofferenze, quali destini avversi abbiano condizionato quelle esistenze (“Ma cosa ne so, cosa ne sai dei motivi degli altri, come lo sai che musica c’è dietro a tutti gli sguardi“). Un errore che è stato reso ancora più diffuso ed evidente con l’avvento dei social network, nei quali tutti giudicano tutti, ma forse solo per proteggere se stessi (“E diventiamo grandi per imitazione, rubando dettagli delle altre persone, cercando tra i loro difetti una consolazione“).

La bellezza eterna della ballata rock

Dunque Meccanismi Di Difesa è un album che ripropone la ballata rock nella sua forma più classica, senza particolari voli virtuosistici, ma con sonorità robuste che vedono nell’organo, suonato lungo tutto l’album dall’ottimo Lorenzo Cazzaniga, lo strumento principe. Le armonie e le melodie sono a volte facili e già sentite, ma sono riproposte con la freschezza di una band giovane e ben amalgamata. Non c’è spazio per assoli roboanti, né per i fronzoli elettronici di certa musica giovanile. Trovano invece spazio i fiati (il sax di Tommaso Roscio, la tromba di Diego Albonico e il trombone di Simeon Caccia e di Nicolò Bombelli in Mi Sento Il Più Grande). Sotto scorre una solida base ritmica, condotta alla batteria da Riccardo Cappi, Filippo Mango e Gonzalo Sarmiento e al basso dallo stesso Lorenzo Cazzaniga, in veste di polistrumentista (Cazzaniga suona anche pianoforte e chitarre). Sopra si staglia la voce di Tommaso Imperiali che, mentre si accompagna con le chitarre ritmiche, canta con la sua tipica voce scanzonata “alla Edoardo Bennato”, che però tocca momenti davvero alti, specie quando si porta su un falsetto di pregevole fattura. Un lavoro complesso, considerato che la sezione vocale è tutta curata da Imperiali, che in quasi tutti i brani esegue anche il controcanto sulla sua stessa voce lead.

Le ispirazioni

Non è un segreto che Tommaso Imperiali, nonostante la sua giovane età, sia un grande estimatore di un mostro sacro come Bruce Springsteen, dal quale è stato ispirato non solo per la scelta delle ritmiche e delle sonorità, ma anche per la riproposizione di certi temi (il disagio giovanile in contrapposizione ai sogni, seppur in epoche inevitabilmente diverse). Anche grazie a Springsteen, Imperiali ha poi conosciuto la musica di Sam Fender (che ha aperto alcune date di Bruce del recente tour 2023). Il cantautore britannico lo ha ispirato molto, soprattutto nella definizione del sound. Sul lato lirico, pur amando tante “penne” del cantautorato italiano, il cantautore comasco ha dichiarato di aver attinto molto dallo stile lirico di Brunori SAS, apprezzato cantautore e polistrumentista calabrese.

 

Tira tu le conclusioni…

  • Conosci Tommaso Imperiali?
  • Hai mai assistito alle finali del contest Cover Me di Bergamo?
  • Il disagio giovanile. Tommaso Imperiali ne canta diffusamente. Tu cosa ne pensi?
  • Conosci The Wrestler di Bruce Springsteen? Prova a sentire l’originale e confrontalo con la rilettura di Tommaso Imperiali e Daketo

 

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Dario Migliorini

 

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