Napoli, l’antica Neapolis greca, ossia la città nuova. Se fosse stata fondata dai Romani, oggi magari si chiamerebbe Città Nuova o Civitanova, per dirla alla latina. Ci sono già stato diverse volte, ma ci torno sempre entusiasta. Napoli non è solo pizza e sfogliatella, spaghetti e pummarola, che pur rimangono ottime ragioni per visitarla. Non è solo luoghi di interesse, anche se affacciarsi sul golfo, da Posillipo al Vesuvio, con la cornice tra Ischia a nord e Capri a sud è un motivo validissimo per andarci. Ma Napoli è soprattutto da vivere nelle strade e nei vicoli, dalla città vecchia al Borgo Marinari, con tutte le sue contraddizioni. Parafrasando Vasco Rossi, è tutto un equilibrio sopra la follia. Un caos calcolato, una città che sembrerebbe saltare in aria da un momento all’altro e invece sopravvive, puzzolente ma profumata, sporca ma elegante, rozza ma raffinata, misera ma ricca, permalosa ma orgogliosa.

TRASFORMAZIONE NELLA TRADIZIONE

Napoli sta subendo una profonda ma oculata trasformazione. Rioni come Forcella, Sanità e i Quartieri Spagnoli, celebri ma famigerati, fino a qualche anno fa erano inaccessibili al turismo, pur essendo a ridosso del centro storico o addirittura facendone parte. Oggi gli stessi si sono aperti al turismo, ma la cosa sorprendente è che lo stanno facendo senza cambiare faccia. Restano infatti i classici rioni napoletani, con un brulicare di gente e di attività, con le stradine strette e le auto parcheggiate ovunque. Quel sano disordine che li contraddistingue. A differenza di altre città, Napoli non sta cacciando gli abitanti storici dai quartieri centrali verso la periferia, prima di procedere alla loro riqualificazione. Gli abitanti invece rimangono, con le loro usanze e tradizioni, ma hanno capito che il turismo (e non la microcriminalità e il tirare a campare) è il futuro dei loro quartieri.

LEGGI ANCHE: ESPERIENZE DI VIAGGIO

 

Le nuove conquiste

Oggi è davvero piacevole camminare per questi quartieri. Nel mio ultimo viaggio ho pernottato in via dell’Annunziata, una via centrale che unisce la zona della stazione ferroviaria al rione Forcella. La via era di per sé inguardabile, tra carcasse di macchine abbandonate e spazzatura ovunque. Ma non ci siamo mai sentiti in pericolo, a maggior ragione quando attraversavamo Forcella verso via Duomo e Spaccanapoli. Il Rione Sanità oggi accoglie napoletani e turisti con bellissimi locali tipici, tra ristoranti, bar di tendenza e celebri pasticcerie. La via principale è illuminata dal luminarie con il testo di Napul’è, la celebre canzone dell’indimenticato Pino Daniele. I Quartieri Spagnoli sono gli ultimi ad affrontare questa trasformazione e lentamente si stanno aprendo a un turismo non troppo invadente, mantenendo il loro caratteristico aspetto ma garantendo una sicurezza crescente. Il luogo è anche di pellegrinaggio sotto il grande murales dell’ultimo Re di Napoli, Diego Armando Maradona.

Due luoghi particolari

Visitando il Rione Sanità, siamo andati a cercare la casa natale di Antonio De Curtis, in arte Totò. Al primo impatto è stata forte la delusione: una casa povera di quartiere, con le imposte chiuse, senza nulla che ricordasse il Principe della Risata, se non una targa e una maxi-stampa del suo volto. Così ho chiuso gli occhi e ho immaginato il piccolo Totò che si aggirava in quei vicoli, tra il vocio rumoroso della gente e i panni stesi. Ho pensato: forse è meglio che sia rimasta così! Un altro luogo particolare, fuori dai principali itinerari turistici (formalmente un luogo privato), è la scala elissoidale di Palazzo Mannajuolo. Un’opera architettonica stupefacente, nascosta all’interno di un palazzo che accoglie solo uffici. Vi si accede da un portone laterale in via Filangieri. Siamo nel quartiere Chiaia, famoso per l’eleganza degli edifici e i negozi di lusso dove fare shopping.

Il gusto di Napoli

Dove andare a mangiare bene a Napoli? Praticamente dappertutto. La cultura della buona cucina partenopea rimane un orgoglio insopprimibile. Qualche indicazione sulla base della mia esperienza personale? Beh, per la pizza ho un legame affettivo con Michele di Forcella. La classica pizza napoletana in pochi tradizionali gusti, a costi ancora contenuti. Una fragranza e profumi addirittura clamorosi. Ne ho mangiate di favolose anche da Sorbillo e da Matteo. Come pasticceria vi segnalo che per tanti napoletani la migliore in assoluto è Attanasio, nei pressi della stazione ferroviaria. Le sfogliatelle e la pastiera napoletana sono qualcosa di indescrivibile. I napoletani poi fanno ancora la gara a chi fa il caffè più buono. Ormai mitico è il Caffè del Professore che si trova in un bugigattolo al termine di via Toledo. Attenzione però: girando per la città troverete spesso la parola professore abbinata al caffè. Diffidate delle imitazioni!

Una storia curiosa e commovente

Tra i ristoranti mi ha provocato forti emozioni mangiare a La Bersagliera, ristorante storico che si trova nel Borgo Marinari (o Borgo di Santa Lucia), nei pressi di Castel dell’Ovo. Un locale in stile liberty aperto nel 1919 con una storia pazzesca alle spalle. Fu fondato da una donna che, dovendo sfamare dodici figli, iniziò a cucinare in quantità nella casa che stava dove oggi c’è il ristorante. Di lì a poco iniziò a far da mangiare a marinai e studenti: il ristorante nacque così. Si mangia del buon pesce a prezzi ancora accettabili. Tra una portata e l’altra farete bene a raggiungere l’angolo del ristorante dove sono appese centinaia di foto di personaggi famosi in visita al ristorante, da Maradona a Totò, da De Sica ai fratelli De Filippo. Nel menù trovate la storia del locale, ma anche il caposala si presta a raccontarvi qualche gustoso e commovente aneddoto.

LEGGI ANCHE: BERGAMO E COVER ME

 

PINK CADILLAC

A Napoli troverete anche un fan-club, anzi il fan-club per antonomasia: Pink Cadillac. Un gruppo che dal 1997 segue Bruce Springsteen praticamente ovunque. Inoltre, oltre ad aver creato un sito internet molto completo e aggiornato, Pink Cadillac ha dato vita al PIT, un posto davvero unico in Italia e tra i pochi al mondo. Difficile trovare un luogo che fa da museo, biblioteca e raccolta di materiale vario, tutto dedicato a una rockstar. Dischi, libri, magliette, copertine delle riviste musicali: una sala espositiva raccoglie tutto questo materiale, un’altra consente l’aggregazione per concerti dal vivo e convegni. Infine una terza espone quadri o altre opere inerenti le campagne e i concorsi organizzati nel nome di Bruce. Un’iniziativa ancora più encomiabile perché realizzata esclusivamente con l’impegno volontario di alcune persone (i primi riferimenti sono Giovanni Scognamiglio e Paola Jappelli). Di recente vi ho presentato anche il mio romanzo, Coupe DeVille, una forte emozione per me.

Curiosità

A proposito di Napoli e di Springsteen, non tutti sanno che la grande rockstar americana ha origini per metà italiane e, in particolare, napoletane. La madre di Springsteen, Adele Zirilli (o Zerilli) è infatti originaria di Vico Equense. Fu il bisnonno di Bruce, Raffaele, a partire da Vico Equense agli inizi del ‘900 con sua moglie e cinque figli, tra cui Antonio, che a sua volta diede vita a tre figlie, tra cui proprio Adele. Il cerchio si è chiuso qualche anno fa, quando, proprio su iniziativa di Pink Cadillac, il comune di Vico Equense ha riconosciuto la cittadinanza onoraria al suo celebre figlio americano. Peraltro nella piazza principale della cittadina è tuttora attivo il Gran Caffè Zerilli, appartenuto al bisnonno di Bruce, prima che partisse per l’America. Purtroppo però l’attuale gestione non sta valorizzando questo importante riferimento storico e musicale.

Tira tu le conclusioni…

  • Sei già stato a Napoli? Se ci sei stato di recente hai voglia di raccontare la tua esperienza?
  • Hai già visitato i luoghi più particolari che ti ho suggerito? Torna a dirmi se è stato un suggerimento utile
  • Mangiare a Napoli. Ti ho indicato alcuni punti immancabili. Hai altro da suggerire? Commenta qui in basso!
  • Sei mai stato al PIT? Te lo consiglio, anche se non fossi un fan di Springsteen.

 

Esprimere se stessi è segno di distinzione. Se ti è piaciuto questo articolo, commentalo e condividilo sui tuoi profili Social!

 

Dario Migliorini

 

Condividi questo articolo