Annuncio pubblicitario
Home » Blog Le Perle » Bruce Springsteen » Born To Run » Recensione Born To Run, album di Bruce Springsteen

Recensione Born To Run, album di Bruce Springsteen

17 Set, 2023 | Words and Music |
born to run

Dopo il maggiore ma ancora insufficiente livello di vendite di The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle, la stella di Bruce Springsteen nel firmamento del rock sembrava perdere intensità. Il giovane rocker del New Jersey, allora solo ventiquattrenne, aveva alle sue spalle due album che, pur convincendo la critica, avevano deluso nelle vendite. Nel frattempo Springsteen aveva perso alcuni dei forti sostegni all’interno della CBS: difficile trovare qualcuno che credesse ancora in lui. Ma Bruce non si perse d’animo e investì tutto se stesso in due aspetti: scrivere musica e suonare dal vivo. Born To Run nacque tra quelle difficoltà e quelle immutate speranze. Springsteen scriveva musica incessantemente e, per non avendo più alcuna certezza di poter incidere il suo terzo album, iniziò a provare i nuovi brani nelle esibizioni dal vivo. Alcune delle canzoni di quello che diventerà il leggendario album Born To Run, tra cui la stessa Born To Run e Thunder Road (che allora si chiamava Wings For Wheels) vennero prima suonate dal vivo che registrate in studio.

NASCE LA NUOVA E STREET BAND

Per fortuna le serate in giro per gli Stati Uniti d’America non mancavano e quello che Bruce non era ancora riuscito a ottenere in studio lo stava lentamente e faticosamente ottenendo con i suoi concerti, di cui si parlava sempre più con grande interesse. Il pubblico e gli addetti ai lavori erano entusiasti di quello che Springsteen e soci presentavano sui palcoscenici americani. Nel frattempo – era la primavera del 1974 – iniziarono le registrazioni di Born To Run. In sala di incisione non arrivò più Vini Lopez, allontanato per il suo carattere incontrollabile, ancora più che per il suo stile musicale eclettico ma “disordinato”. Lopez fu sostituito da Ernst “Boom” Carter, batterista di estrazione jazz, amico di David Sancious. Nell’estate, però, gli stessi Carter e Sancious se ne andarono per altre strade, lasciando come loro eredità musicale solo la partecipazione alla registrazione della title track, che non fu più reincisa e comparve sull’album in quella versione.

MAX & ROY

La fine dell’estate del 1974 fu un momento essenziale per la discografia di Bruce Springsteen. Tramite un annuncio su una rivista specializzata di musica, furono selezionati il nuovo batterista e il nuovo pianista della band: Max Weinberg e Roy Bittan. Una batteria più robusta e più ordinata e un’impronta più rock e meno jazz nelle parti di pianoforte modificarono profondamente il sound della E Street Band. Le registrazioni del nuovo disco ripresero più snelle, tra un concerto e l’altro. Intanto anche un vecchio amico di Bruce, Steve Van Zandt, si avvicinò alla band. Springsteen avrebbe voluto coinvolgerlo nel progetto ma, date le scarse finanze a disposizione, riuscì a farlo accreditare solo per gli arrangiamenti della sezione fiati in Tenth Avenue Freeze-Out e per i cori in Thunder Road. Van Zandt entrerà poi in pianta stabile nell’ormai consolidata E Street Band con la partenza del tour di promozione di Born To Run.

LEGGI ANCHE: JUNGLELAND

 

IL FUTURO DEL ROCK & ROLL

L’altra svolta epocale arrivò il 9 maggio 1974, quando Springsteen tenne un concerto a Cambridge, Massachussetts. A quel concerto assistette il critico musicale Jon Landau. Il successivo 22 maggio Landau diede alle stampe sulla rivista musicale The Real Paper un articolo che diverrà storico: Growing young with rock and roll. In esso era contenuta una frase che suonava come un proclama: “Giovedì scorso ho visto il passato del rock and roll balenarmi davanti agli occhi. E ho visto anche qualcos’altro: ho visto il futuro del rock and roll e il suo nome è Bruce Springsteen.” Parole che ebbero due grandi conseguenze. La prima è che Springsteen si sentì addosso tutta la responsabilità di mantenere la promessa che in qualche modo Landau aveva espresso per lui, generando forti aspettative nel mondo del rock. La seconda è che lo stesso Landau entrò nel management di Springsteen. Fu una svolta fondamentale: Landau aiutò Springsteen ad asciugare i suoni della band e a creare un sound più robusto. Con Born To Run nacque l’inconfondibile E Street sound. Per capirne l’impatto è sufficiente ascoltare la differenza tra l’originaria Wings For Wheels e la definitiva Thunder Road.

CREARE UN CAPOLAVORO RICHIEDE FATICA

Born To Run non uscì prima dell’agosto 1975, dopo un anno e mezzo di gestazione. Fu un lavoro che stremò tutti, dai musicisti ai tecnici, dai manager allo stesso Springsteen, che era vittima del suo perfezionismo. Se la gente e la CBS si aspettavano il disco della svolta, Springsteen ambiva a molto di più: cercava il capolavoro. Alla sua uscita Born To Run rivelò tutta la sua bellezza. Thunder Road, brano di apertura, si chiudeva con una frase emblematica: “Me ne sto andando da qui per vincere.” Non era solo il ragazzo che se ne andava dalla sua terra per cercare fortuna, era un musicista che scommetteva tutto quello che aveva per entrare di diritto nella storia del rock. In Born To Run Springsteen aspirava a camminare verso il sole, ma prima di allora sapeva di dover continuare a correre. Se è vero che queste due pietre miliari lanciavano messaggi di fuga a due ragazze, è chiaro che Springsteen stava soprattutto proclamando le sue ambizioni personali, la sua volontà di arrivare lontano.

OTTO GIOIELLI

A Born to Run e Thunder Road (la seconda fu rivestita a nuovo dalla produzione dell’accoppiata SpringsteenLandau e dall’essenziale apporto di Roy Bittan) si aggiunse Tenth Avenue Freeze-Out, celebrazione dell’incontro artistico di Springsteen con il sassofonista Clarence “Big Man” Clemons. Backstreets è uno dei capolavori presenti nell’album con un testo meraviglioso sull’amicizia tradita. She’s The One, potente brano rock alla Bo Diddley, rimarrà uno dei testi più sensuali dell’intera discografia springsteeniana. Nell’album trovarono posto anche Night, inno sul valore liberatorio della vita notturna, Meeting Across The River, splendido gioiello suburbano dalle sonorità jazz, e Jungleland, capolavoro assoluto musicale e lirico, che racconta la vita, l’amore e le sconfitte dei giovani ragazzi dei bassifondi tra il New Jersey e la Grande Mela.

LEGGI ANCHE: BACKSTREETS

 

IL RUOLO DI BORN TO RUN NELLA STORIA DEL ROCK

Born To Run non è solo un album di svolta nella carriera di Bruce Springsteen, ma è anche un giro di boa nella storia della musica rock. Nel 1975 il rock era agonizzante. Il rilevante carico rivoluzionario che il rock aveva portato negli anni ’60 si era disperso nel vento. Molte delle grandi stelle del decennio precedente si erano eclissate. Qualcuno era caduto vittima dello stesso tratto trasgressivo che il rock portava con sé e si era perso tra droghe, alcool e crisi di identità/ispirazione. Altri avevano abbracciato quella vita borghese che il rock stesso e la cultura antagonista del ’68 avevano osteggiato. In quel momento arrivò un ragazzo di provincia e urlò che bisognava prendere un’auto e andarsene: per vincere o almeno per provarci. Non lanciò proclami ideologici, non contemplò trasgressioni e autolesionismo. L’unica trasgressione in cui credeva era il rock’n’roll. Il rock fu il motore, il perno intorno a cui ruotava la nuova ricerca di un sogno. Non è un’iperbole sostenere che è grazie anche e soprattutto a questo album che il rock è risorto ed è arrivato vivo e vegeto nel nuovo millennio.

CURIOSITÀ

Il grande successo di Born To Run consentì a Springsteen, tra le altre cose, di ottenere il primo ingaggio per un concerto in Europa, avvenuto all’Hammersmith Odeon di Londra il 18 novembre 1975. L’evento live fu ripreso e registrato, ma verrà pubblicato su CD e DVD solo nel 2006. Born To Run fu acclamato dalla critica come uno dei dischi rock più belli di sempre. Nel 2003, quando la celebre rivista Rolling Stone chiese ai critici di mezzo mondo di votare i migliori album rock della storia, l’album si classificò 18esimo su 500. In un’altra classifica della stessa rivista il brano Born To Run si piazzò 21° tra le più belle canzoni di sempre. Anche Thunder Road e Jungleland entrarono in quella graduatoria.

Tira tu le conclusioni…

  • conosci il leggendario album Born To Run di Bruce Springsteen?
  • da molti è considerato il miglior album di Bruce, altri gli preferiscono Darkness On The Edge Of Town. Anche The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle e The River, nonché l’acustico Nebraska entrano in questa “querelle” tra ammiratori e critici. Qual’è la tua posizione?
  • l’esigenza di movimento e di andarsene dalla propria terra per cercare fortuna. Un tema classico e quasi inevitabile nella vita e nella storia americana. Hai letto o ascoltato altro sul tema?
  • Il mio romanzo Coupe DeVille si ispira alla narrativa di Bruce e ha come protagonista un ragazzo che scappa per cercare la sua strada. Lo hai letto? Qui trovi tutti i riferimenti: info, recensioni e piattaforma di acquisto.

 

Esprimere se stessi è segno di vitalità e di distinzione. Fallo anche tu e commenta qui.

 

Dario Migliorini

 

Condividi questo articolo

Coupe deVille

Seguimi sui Social

Inizia ora la tua prova gratuita su amazon music

Commenti Recenti

Recensioni recenti

10 Commenti

  1. ANNA MARIA

    a proposito di thunder road, recentemente, dopo la morte di ronnie spector, cercando foto e notizie su di lei, ho avuto come un’intuizione. ma non è che è lei la mary di thunder road?
    il periodo temporale coincide, e a giudicare da certi atteggiamenti nelle foto, traspare una certa intesa fra i due.
    ma quello che mi ha dato da pensare è quella frase “you ain’t a beauty”
    e in effetti si adatta perfettamente a ronnie, non certo una grande bellezza.
    tu che conosci bruce più di me cosa ne pensi?
    che poi, detto tra noi, non ti sembra un pò cafoncella questa frase? sicuramente è molto sincera, ma ci vuole del coraggio a dire una cosa del genere a una donna a cui chiede di andare insieme a cercare una terra promessa, no?
    o forse è solo l’incoscienza della beata gioventù…

    Rispondi
    • Dario Migliorini

      Difficile risponderti su Ronnie Spector. Rileggerò la parte della biografia di Steve che parla dei loro rapporti con lei. Se non ricordo male si intuisce qualcosa.
      Dire a una ragazza che non è una bellezza non è carino, ma penso non sia da legare alla personalità di Bruce, né alla volontà di essere cafone. Penso Bruce abbia voluto evidenziare che Mary non fosse una vamp, non una bellezza per la quale perdere gli occhi, ma una ragazza comune, niente di speciale esteticamente, ma che avesse un fascino tutto suo, nella sua tristezza, nel suo modo di muoversi. Mi ricorda certe attrici che negli anni 70/80 hanno recitato nei film dei registi Italo-americani. Donne normali, ma stra affascinanti.

      Rispondi
  2. ANNA MARIA

    dimenticavo, un’altra curiosità.
    cosa intende esattamente con “like a killer in the sun”?
    a me ha fatto venire in mente il film “duello al sole”, te lo ricordi?

    Rispondi
    • Dario Migliorini

      Non so se proprio quel film, ma sicuramente è stato qualche film a ispirarlo. Basta pensare a tutti i film Western in cui ci sono stati assassini sotto il sole.
      Invece, a proposito della Mary di Thunder Road, come attrice pensa a una Annabella Sciorra ad esempio. Io la vedo così. Quando Bruce ha scritto “non sei una bellezza” non intendeva “sei brutta” ma non sei una bellezza assoluta, da copertina

      Rispondi
      • Anna maria

        Uhm, esempio perfetto di arrampicata sugli specchi! Come vi difendete bene tra maschietti!
        SCHERZO EH, NON TE LA PRENDERE!
        Ma sì, credo che tu abbia ragione.
        Riguardo al film non so se te lo ricordi bene, ma era un Western sui generis, era più che altro una storia d’amore che finisce con un vero duello, ma tra lui e lei. Lui era gregory peck e lei mi pare jennifer jones.

        Rispondi
        • Dario Migliorini

          Cara Anna Maria, non ti leggevo da un po’ ma ho letto da qualche parte che eri molto impegnata. Ho letto il tuo commento, ma essendo in risposta alla pubblicazione di Born To Run (album) non capisco bene a cosa tu faccia riferimento, sia per l’allusione scherzosa a noi maschietti, sia per il film Western. Mi specifichi meglio? Poi ti rispondo. Grazie. Dario

          Rispondi
    • Roboi

      Bruce, vero galantuomo come solo un vero vaccaro del jersey può essere, si prodiga di complimenti nei confronti delle donne ma contemporaneamente si crea quella corazza autoprotettiva che forse ha buttato via solo rivelando se stesso a Broadway. Mary è bellissima, ma Bruce è brutto, rachitico, brufoloso e soprattutto nessuno ascolta/compra le sue canzoni. Direbbe mai a una donna….sei bellissima, vieni con me ma non con la Chevy, per ora ti porto in bici. E allora afferma e nega, e continuerà a farlo anche in Darkness. Candy lo fa impazzire, eppure la fa apparire come una mezza sfigata, chiusa in camera, al buio. Esalterà finalmente il suo essere maschio latino solo in the River, quando racconterà a se stesso, ancora prima che al mondo esterno, che se l’amore inizia, prosegue e poi finisce è anche per circostanze che non dipendono esclusivamente dalle sue debolezze. Anzi, il mondo è pieno di cadaveri di cuori da rottamare ( Cadillac ranch) ma lui lascia che a seppellirli siano gli altri, tanto I’m a rocker, ma lascia che sia l’acqua del fiume a santificare il tutto. PS. Scritto di botto, attendendo l’arrivo dell’aereo di mia moglie. Spero sia un pensiero rock, senza sovraincisioni o ricerche elettroniche. Come ho sempre voluto fossero i lavori di Bruce. Notte.

      Rispondi
      • Dario Migliorini

        Roboi, una cosa è certa, dovresti stare più spesso in attesa dell’aereo, se ti viene questa ispirazione. E ovviamente leggere e commentare più spesso le mie recensioni qui su wordsandmusic.it

        Rispondi
  3. Anna Maria

    E niente, sono senza il mio PC e con questo Ipod non ce la faccio proprio. Sono stata un’ora a scrivere e mi è scomparso tutto. Ti risponderò non appena riesco a riprenderlo.
    A presto

    Rispondi
  4. ANNA MARIA

    ripreso per qualche giorno il mio pc, e mi affretto a risponderti.
    dunque, la mia battutina ironica si riferiva a quella frase di bruce che non mi era piaciuta, dire a una ragazza che non è una bellezza non è molto carino. tu mi hai risposto cercando di dare una spiegazione e in sostanza difendendolo un pò.
    questo ha fatto scattare il mio riflesso pavloviano femminista, per cui “voi maschietti” vi tenete bordone.
    ma era solo una battuta!

    poi ti avevo segnalato il film “duello al sole” come possibile fonte di ispirazione per quella frase “like a killer in the sun”, dove nella drammatica scena finale il duello avviene tra lui e lei. una specie di guerra dei roses ante litteram, per intenderci. ti consiglio di andare a vederlo, merita davvero!
    spero di essere stata più chiara.
    buonanotte!

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *