Cover Me è la seconda traccia dell’album Born In The USA del 1984 di Bruce Springsteen. Scritta appositamente per l’album e quindi non proveniente dalle canzoni scritte in precedenza per Nebraska, Cover Me è una delle sette canzoni dell’album selezionate da Springsteen come singoli. All’apparente leggerezza di canzone pop-rock nella sua versione in studio si contrappongono due caratteristiche peculiari: un testo tutt’altro che leggero, benché molto scarno, e un arrangiamento che vede la chitarra elettrica decisa protagonista, peraltro con un assolo e una serie di riff di grande effetto. Parti che diventeranno ancora più pesanti nelle versioni dal vivo, concentrate prevalentemente negli anni ’80.
Un uomo solo nel mondo
Il testo di Cover Me è un testo estremamente breve e relativamente ripetitivo che però nei suoi pochi versi esprime il malessere di un uomo che si sente isolato nel mondo, un mondo che gli lascia pochi spazi e che tende a emarginarlo. Per questo motivo l’uomo reclama la compagnia di una donna, alla quale chiede protezione. Una protezione non solo da una serie di eventi atmosferici che evidentemente rappresentano metafore di una situazione difficile (i richiami alla neve, alla pioggia e al vento) ma proprio da un mondo aggressivo, reso ancora più duro da tempi che si fanno difficili. Abbiamo in qualche modo il capovolgimento drastico rispetto ai tempi di Thunder Road e Born To Run. Allora era il ragazzo a stimolare la sua ragazza a una partenza e quindi all’affrontare il mondo e a uscire dalle proprie radici. Oggi invece la disperazione dell’uomo lo porta a cercare la protezione della ragazza e in particolare a volersi chiudere nelle quattro mura di casa. Dunque non più un’apertura, non più una fuga, ma l’isolamento. L’amore non è più benzina, ma protezione. Peraltro, quando Bruce canta “sto cercando una ragazza che arrivi e mi protegga“, ci fa capire che non pensa a una coppia già formata, quindi a un amore romantico, quanto a una ragazza che lui sta cercando, quindi un rapporto che ancora non esiste.
Danzare nel buio
Cover Me sembra rappresentare la sorella minore di Dancing In The Dark. Infatti dietro la maschera di un pop-rock relativamente facile e sicuramente orecchiabile si nasconde in entrambi i casi un messaggio duro. Entrambe le canzoni parlano di insoddisfazione e di isolamento. Ed entrambe le canzoni vedono un uomo rivolgersi a una donna per cercare una soluzione. Tuttavia, mentre il protagonista di Dancing In The Dark parte da un autocritica, ma auspica una seppur difficile reazione, il protagonista di Cover Me sembra impotente rispetto a un mondo che lo aggredisce e di conseguenza cerca la protezione della ragazza per pura difesa, con il risultato dell’isolamento.
Il veterano
Cover Me potrebbe essere un’altra delle canzoni collegate allo stress vissuto dai veterani tornati dalla guerra, quello che gli Americani chiamano PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Il protagonista di Cover Me potrebbe quindi essere un ex soldato che, tornato dalla guerra, viene rifiutato dalla società americana, che non lo reintegra e lo mette ai margini. Il riferimento a un mondo e a tempi che si fanno ancora più difficili si legherebbero quindi alla perdurante difficoltà di tornare a una vita serena e normale. Da questo punto di vista Cover Me potrebbe accostarsi a Shut Out The Light, altra canzone che si riferisce a quelle circostanze. Ma mentre il ragazzo di Shut Out The Light si isola nella casa dei genitori, implorando la madre di non spegnere la luce di notte, il protagonista di Cover Me cerca il calore di una ragazza per proteggersi da un mondo che lo aggredisce. C’è anche un chiaro indizio per questo accostamento: nel testo di Cover Me compare proprio la citazione “shut out the light“, con la quale il ragazzo chiede alla ragazza di chiudersi in casa a luci spente.
L’unico assolo di chitarra in Born In The USA
La versione originale di Cover Me è una classica ballata pop-rock con una struttura piuttosto tradizionale e la ripetizione di un tema musicale facilmente memorizzabile, caratterizzato da un riff di chitarra. Non mancano però alcuni elementi di interesse, come la ritmica sincopata impostata da Max Weinberg, grazie a battute sul charleston in controtempo. Ma, soprattutto e paradossalmente, in una delle canzoni più pop dell’album, a farla da padrone è la chitarra elettrica. Cover Me, infatti, pur avendo un tappeto di tastiere sintetizzate, è la canzone che più richiama i suoni di The River. Sono infatti frequenti i riff di chitarra che impongono il tema musicale dominante. Soprattutto Cover Me è l’unica canzone di Born In The USA che prevede un assolo di chitarra elettrica, peraltro di pregevole fattura.
Dal vivo… in ritardo
Le fortune di Cover Me dal vivo non sono per nulla trascurabili, essendo stata suonata oltre 340 volte. Paradossalmente però è stata eseguita molto di più nei tour di Tunnel Of Love e di Human Touch/Lucky Town che non in quello di Born In The USA. La versione del Born In The USA Tour è stata notevolmente allungata da Springsteen, con una intro e un finale oscuri, costruiti su un tappeto di tastiere su cui l’allora neo-vocalist Patti Scialfa ripeteva ossessivamente la frase “Got nowhere to run to, baby, got nowhere to hide“, che richiamavano i versi sia di Born In The USA che di Born To Run. Poi Bruce interveniva con un ripetuto “cover me“, enfatizzato dalla sua voce roca e da effetti di eco e di riverbero. Per il resto quella versione live, presente anche nel Live 1975/85, era dominata dalle chitarre elettriche, con una distorsione che contrastava con il suono più pulito dei sintetizzatori.
Tira tu le conclusioni…
- Conosci Cover Me di Bruce Springsteen?
- Preferisci la versione in studio o quella dal vivo che compare sul Live 1975/85?
- Pensi che il protagonista possa essere ancora un veterano tornato dalla guerra?
- L’isolamento del veterano. Ne ho trovato ispirazione anche per il mio romanzo Coupe DeVille. Lo hai letto? Per info (sinossi, recensione, piattaforma di acquisto), clicca qui.
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