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Recensione I’m A Rocker, Bruce Springsteen

13 Lug, 2023 | Words and Music |
Recensione I'm A Rocker

I’m a Rocker è la quattordicesima traccia del doppio album The River di Bruce Springsteen (1980) e rappresenta uno degli episodi tematicamente più leggeri del disco, nonostante il suo approccio più duro in termini musicali. Springsteen, infatti, insieme a canzoni profonde e a volte perfino funeste, ha voluto proporre in The River anche testi decisamente meno impegnativi. Tuttavia, mentre brani come Sherry Darling, Out In the Street e Cadillac Ranch, pur nel loro mood leggero, si inseriscono in una vita ordinaria, tra orari di lavoro e uffici di collocamento, I’m a Rocker, insieme a Crush On You e a Ramrod, rappresenta la componente del tutto spensierata, in cui l’inseguimento dell’amore di una donna (e l’approccio sessuale) sono più espliciti. I’m a Rocker è anche uno dei brani più rock’n’roll dell’album, con il pianoforte di Roy Bittan suonato alla Jerry Lee Lewis e una potenza di suono che si avvicina alle sonorità dell’hard rock, pur senza chitarre in primo piano.

Il rocker supereroe

Nel caso di I’m a Rocker (leggi qui la traduzione) il protagonista è un uomo che per amore si trasforma in una sorta di eroe da film e da telefilm. Un uomo in grado di far valere tutti i trucchi, le armi e gli stratagemmi per risolvere le pene d’amore della ragazza che ama. La sua dichiarazione d’amore in questo caso non è la consueta promessa di amore eterno, ma il prendersi cura di lei in qualsiasi modo, fosse anche con i metodi ipertecnologici e surreali tipici delle fiction d’azione o di spionaggio. Lui, però, non è un supereroe comune, ma un supereroe del tutto speciale: un rocker capace di qualsiasi cosa.

L’omaggio al cinema d’azione

Così Springsteen, grande amante del cinema, trova un modo diverso, anche se forse non del tutto originale, di omaggiare gli eroi della pellicola. Qui non si tratta della più nobile capacità di scrivere racconti dal sapore cinematografico, racconti da vedere, oltre che da leggere e da ascoltare. Un arte di cui Springsteen è esponente con pochi eguali. In I’m A Rocker, molto più semplicemente e e con maggiore leggerezza, Bruce utilizza celebri personaggi da film e da telefilm che hanno in comune una sola caratteristica: alla fine di ogni film della serie o di ogni puntata del telefilm loro riescono a risolvere il caso che si presenta. Da James Bond a Colombo per arrivare a Kojak e a Batman: al pari di questi personaggi il protagonista riesce sempre a trionfare. In questo caso, però, non ci sono in ballo né i destini dell’umanità né la lotta alla malavita. Qui si tratta semplicemente di conquistare il cuore della ragazza amata. E allora non ci sono eroi dello schermo che tengano, perché quando c’è in ballo l’amore per la ragazza “Colombo se la squaglia, non riesci a trovare Kojak”.

Tra classico rock’n’roll, psichedelia e rock duro

I’m A Rocker è una canzone ben costruita e non così standard come potrebbe sembrare dal punto di vista musicale. Pensata probabilmente per essere uno dei brani più “heavy” dell’album in termini di sound, in realtà Springsteen ha adattato gli arrangiamenti alle peculiarità della sua E Street Band. In particolare relega le chitarre elettriche (strumento tipico del rock più pesante) a puro accompagnamento, mentre privilegia pianoforte e organo. Il primo dà il tempo del tema musicale dominante, in uno stile che riporta ai classici anni’50 tra Little Richards e Jerry Lee Lewis. Il secondo porta lungo tutto il brano verso un sentore da anni ’60 inoltrati. A Roy Bittan sono affidati in studio entrambi i compiti: è infatti suo anche l’assolo di organo al centro della canzone. Ne risulta un brano che, pur nella secondarietà delle chitarre, non perde di potenza, ispirandosi di base al rock’n’roll più classico, ma con qualche richiamo di psichedelia e hard rock. Alla quella potenza contribuisce anche la batteria e una produzione musicale che carica di profondità le basse frequenze. Nello stesso tempo, però, i coretti che lungo tutta la canzone ne ripetono il titolo, riportano indietro ai motivetti leggeri degli anni ‘50. E poi c’è la prestazione vocale di Springsteen, una delle più possenti della sua intera carriera.

Condizioni irripetibili?

La performance vocale di Springsteen su I’m A Rocker è davvero così acuta e potente da sembrare irripetibile. Come poter replicare un’energia simile notte dopo notte sopra un palcoscenico? E invece scopriamo che la canzone è stata eseguita dal vivo 145 volte. Non un enormità, ma comunque un numero significativo. C’è di più: la sua esecuzione non è avvenuta solo nel The River Tour del 1980/81 ma anche più volte nel corso del Born In The USA Tour e perfino in alcune occasioni nel nuovo millennio.

Tira tu le conclusioni…

  • Conosci I’m A Rocker di Bruce Springsteen?
  • Sembra il più classico dei rock’n’roll, ma ospita anche sonorità inattese. Come definiresti questa canzone?
  • L’omaggio ad alcuni eroi del cinema e della televisione, tra spionaggio e fantasy. Ti piacciono questi generi?
  • Sei tra i pochi fortunati ad averla sentita dal vivo? Ricordi qualche sensazione?

LEGGI ANCHE: POINT PLANK, THE RIVER

 

Dario Migliorini

 

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