My Father’s House è la nona e penultima traccia dell’album Nebraska (1982) di Bruce Springsteen. Brano di matrice folk, come del resto altre canzoni di Nebraska (la title track, Mansion On The Hill e Used Cars), è suonato con un arpeggio di chitarra acustica che accompagna tutti i 5 minuti abbondanti di durata. My Father’s House è infatti la canzone più lunga di tutto l’album e traghetta un testo piuttosto fluente, anche se con una metrica molto ampia. Il testo, non solo per il titolo ma anche per il suo significato, si inserisce pienamente nella sequenza di liriche che, da Adam Raised A Cain in poi, dipingono e mettono in versi il difficile rapporto di Springsteen con suo padre Douglas. Suonata sporadicamente fino al 2005, My Father’s House ha invece rappresentato uno dei punti fermi delle scalette dei concerti Springsteen On Broadway, proprio in funzione della sua rilevanza autobiografica.

NELLA FORESTA DI NOTTE

In My Father’s House (leggi la traduzione qui) un giovane uomo si sveglia nel bel mezzo della notte dopo un sogno nel quale aveva rivisto la vecchia casa dove abitava con la sua famiglia. Nel sogno il giovane, ancora bambino, attraversava boschi bui e sinistri e provava, tra voci spettrali e il diavolo alle calcagna, a raggiungere la casa di suo padre, che si gli si presentava davanti illuminata e risplendente. Una volta risvegliatosi dal sogno, l’uomo ripensa a tutti i motivi che l’hanno allontanato da suo padre e giura che proverà a ricucire il loro rapporto. Così scende in strada e torna davvero a quella casa, ma una volta giunto a destinazione scopre che suo padre e la sua famiglia non vivono più lì. La disperazione che ne consegue e la consapevolezza dell’impossibilità di rimediare agli errori commessi, fanno contrasto con la luminosità di quella casa, simbolo di ricordi d’infanzia teneri e ancora freschi.

I peccati restano inespiati

Prendere atto che il padre non vive più in quella casa significa per lui capire che non potrà esserci un momento di confronto e quindi comprendere che le vecchie ruggini tra loro rischiano di non essere rimosse. Quell’ultimo verso dell’ultima strofa riassume il significato della canzone. Mentre la casa continua a illuminare il vicinato e con quella luce lo induce a scavare nei propri ricordi, il giovane uomo si dispera perché “i nostri peccati rimangono inespiati“. Dunque non c’è modo di chiudere quel cerchio di sofferenza e di rimpianti. La canzone parla della possibilità che i legami tra i membri di una famiglia, in particolare tra i padri e i figli, possano rompersi col tempo e dell’errore che entrambi i soggetti compiono nel chiudersi nel proprio angolo del ring e non accettare un confronto, anche duro. Il ritornello riflette l’idea che la casa paterna, per quanto lontana, sia ancora una luce brillante nella notte che chiama il figlio. Emerge un forte senso di commozione, così come la sensazione che, nonostante la distanza e la rottura dei legami familiari, dopo anni c’è ancora un richiamo, rappresentato in metafora proprio dalla luce emessa della casa paterna.

Doug & Bruce Springsteen

My Father’s House si inserisce in una sequenza di canzoni mediante le quali Bruce Springsteen ha ripercorso in versi il difficile rapporto con suo padre, tra incomprensioni e difficoltà, nonostante il reciproco affetto. Se Adam Raised A Cain rappresentava i motivi dello scontro e della rottura tra i due, la successiva Independence Day fotografava il momento del loro commiato. In mezzo a queste due canzoni Factory dipingeva l’affetto che il figlio non riusciva a esprimere ma provava quando si rendeva conto delle fatiche che quell’uomo burbero e scontroso faceva per mantenere la propria famiglia. Un tema che ricompare nell’ultimo verso di Used Cars, sempre da Nebraska. La figura del padre è presente, seppur solo nei ricordi infantili del piccolo Bruce, anche in Mansion On The Hill e in My Hometown, ma è proprio con My Father’s House che il rapporto tra padre e figlio ritorna centrale, annegato nei rimpianti e nei rimorsi. Solo qualche anno dopo, in occasione del matrimonio di Bruce, i due si ritroveranno e il figlio tornerà a parlare con il padre, rendendosi conto di quanto la vita del vecchio Douglas sia stata un insieme di rinunce e di sofferenze (Walk Like A Man). Ancora più avanti ritroveremo la figura del padre in Long Time Comin’, ma in questo caso si parla di un padre generico che viveva separato dalla famiglia in un albergo in città e quindi non aveva a che fare con la reale situazione di Bruce. Infine in Long Walk Home Springsteen ricorda papà Douglas, che nel frattempo è morto, nelle sue parole e nei suoi valori. I valori individuali e di comunità sulla quale ognuno doveva basare e costruire la propria vita. È il testamento di del vecchio Doug.

Solo folk per una piccola grande storia

My Father’s House si basa su un semplice arpeggio di chitarra acustica su una ritmica a tre tempi con battuta del primo tempo sulla nota bassa. Anche la struttura della canzone è assolutamente tipica del folk con un’unica forma di strofa ripetuta sei volte, senza l’alternarsi di ritornelli o l’intervento di incisi. A spezzare la voluta monotonia subentrano solo due assoli di armonica, uno centrale e uno poco prima della strofa di chiusura, basati comunque sull’invariato giro di accordi. Unico elemento di dinamica un suono molto acuto di tastiera, rarissimo in un album come Nebraska, che si innesca verso la fine della canzone. Su questo sound scarno ed essenziale la voce di Bruce canta nuda, senza sovraincisioni di cori e variazioni timbriche. È il folk più classico, quello che riporta alla grande tradizione americana, tornando a Woody Guthrie e ai cantori bianchi degli anni Trenta e del secondo dopoguerra.

Il ritorno a Broadway

Dimenticata per tanti anni da Springsteen, come buona parte dell’album Nebraska, nelle esibizioni dal vivo, My Father’s House ha ritrovato una grande luce, essendo stata inserita da Bruce nel novero delle 15 canzoni che hanno accompagnato gli spettacoli acustici di Springsteen on Broadway tra il 2018 e il 2021, prima al Walter Kerr Theatre e poi al Saint James Theatre di New York. Si è così confermato come la canzone avesse una fortissima valenza autobiografica. Infatti delle attuali 338 volte che My Father’s House è stata suonata dal vivo, oltre 300 appartengono agli show di Broadway.

Tira tu le conclusioni

  • Conosci My Father’s House di Bruce Springsteen?
  • La poesia insita in questo testo. La componente onirica e quella reale. Cosa ne pensi?
  • Il dramma dei “peccati che rimangono inespiati“. Le colpe e i rimpianti che non si possono più rimediare. Conosci situazioni simili?
  • Nel mio attingere ispirazione da Bruce, anche sul protagonista del mio romanzo Coupe DeVille, pesa il rimpianto di un rapporto irrisolto con il padre. Hai letto Coupe DeVille? Qui trovi tutte le info (sinossi, recensioni piattaforma d’acquisto)

 

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Dario Migliorini

 

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