Open All Night è l’ottava traccia dell’album Nebraska (1982) di Bruce Springsteen. Canzone di puro stampo rock’n’roll, rappresenta il brano più veloce e ritmato dell’intero album, suonato esclusivamente con una chitarra acustica e cantato da Springsteen nel modo dei grandi artisti rock’n’roll degli anni ’50, due su tutti Elvis Presley e Little Richard. Dal punto di vista tematico Open All Night è sorella di State Trooper, altra canzone presente in Nebraska, con la quale condivide l’ambientazione, la situazione e persino il verso finale. Non del tutto dimenticata da Springsteen per ciò che riguarda le scalette dal vivo, Open All Night ha una storia “live” piuttosto singolare. Infatti è stata eseguita molto più frequentemente nel nuovo millennio che negli anni che hanno seguito la pubblicazione dell’album di appartenenza. A volte è stata suonata anche in versione elettrica full-band.
Un turno di notte nel New Jersey
In Open All Night (leggi la traduzione qui) siamo in piena notte lungo le autostrade dell’industriale New Jersey del Nord e un giovane lavoratore si trova in strada per andare a lavorare prima e per tornare a casa poi. Un dissidio con il capo reparto gli è costato il turno di notte, così ogni volta deve percorrere un tragitto di oltre due ore in automobile. Il protagonista è un appassionato di motori, al punto che Springsteen utilizza gran parte della prima strofa per descrivere gli accorgimenti che l’uomo ha portato all’auto per renderla un mezzo di cui andare orgogliosi. È indubbiamente uno dei momenti di descrizione più dettagliata di un’automobile nell’intera discografia springsteeniana, eppure singolarmente Bruce non ne indica la marca, a differenza di quanto ha fatto in molte altre canzoni. In ogni caso, la passione per le auto è uno dei pochi sollievi per un uomo che ha poco altro su cui fare conto.
C’è una donna ad aspettarlo a casa
In realtà l’uomo ha una donna che lo aspetta a casa. È proprio a lei che lui si rivolge durante quelle interminabili tratte dal luogo di lavoro verso casa. Lei si chiama Wanda e fa la cassiera, si presume in un supermercato. Dunque Bruce ci parla di una relazione tra un operaio che fa il turno di notte in fabbrica e una cassiera, pertanto rimaniamo, come del resto lungo tutto l’album Nebraska e lungo la prima parte della discografia springsteeniana, in un ambiente proletario. Quel tipo di vita che comporta sacrifici, distacchi, fatica, spesso sogni infranti in un cartellino da timbrare. Il protagonista sembra provare per la sua donna una sincera passione. Lo sappiamo non solo perché lui ci svela di aver perso la testa per lei vedendola danzare sopra i rottami di ferro in una discarica, ma anche perché sottolinea come lei si sieda su di lui quando sono in macchina. Ci si può leggere un riferimento sessuale, confermato dal riferimento successivo alle dita che vengono asciugate in una cartina geografica della Texaco.
Le forti analogie con State Trooper…
Il fatto che l’uomo di Open All Night si accompagni nella vita ad una donna è l’unico elemento, seppur di non poco conto, che distingue questo brano dalla sua canzone sorella, State Trooper. Nella canzone il protagonista/narratore esce dal lavoro e deve tornare a casa. Quando parte c’è buio, poi la prima luce del mattino gli fa bruciare gli occhi, per quanto lui sia provato da una notte trascorsa sveglio. Quella luce, quasi accecante, fa sembrare il New Jersey un paesaggio lunare, nonostante la presenza di fabbriche e raffinerie. Sono le stesse cose che vede e prova il protagonista di State Trooper. Anche lui viaggia solitario nella notte, anche lui viene fermato dalla Polizia Stradale. Inoltre entrambi cercano nella musica delle radio una liberazione, quasi una redenzione dal loro sentirsi delle nullità (quel “deliver me from nowhere” condiviso da entrambe le canzoni).
… ma i destini sono diametralmente opposti
Eppure la situazione di fondo di queste due vite nottambule è ben diversa. In State Trooper il protagonista è solo anche nella vita. Dopo aver abbandonato la sua famiglia, lui viaggia di notte senza una meta e viene fermato dalla Polizia senza patente e senza libretto di circolazione. Anche la preghiera finale di essere liberato dal nulla cade nelle parole vacue dei talk show mandati dalle radio. Il protagonista di Open All Night, invece, come abbiamo visto ha un lavoro e una donna dalla quale tornare. Anche lui sente il peso della solitudine e reclama un sollievo, rivolgendosi alla musica rock mandata delle radio, l’unica che in qualche modo può salvarlo dal nulla in cui si trova. Nel suo caso, però, quel nulla non sembra un fattore definitivo con cui convivere, ma una situazione temporanea che cessa di pesare quando, alla fine di quel purgatorio, raggiungerà il proprio personale paradiso: la sua casa e la sua donna. Ne consegue che la sua invocazione al rock’n’roll è perché gli tenga compagnia nel lungo viaggio notturno o all’alba verso casa.
La musica salvifica
In ogni caso in entrambe le canzoni i protagonisti cercano sollievo nella musica, a dimostrazione di quanto Springsteen attribuisca alla musica un valore salvifico. Da notare che, mentre in State Trooper l’uomo si dichiari stanco di sentire parole su parole nei talk show, in Open All Night il protagonista sembra infastidito dalla musica gospel, forse non tanto per il genere di musica in sé, ma per il fatto che essa sia l’espressione di uomini che vivono nella speranza di qualcosa di indefinito (“La radio è intasata di stazioni gospel, anime perdute che invocano la salvezza da distanze lunghe“). Se successivamente Bruce inizierà a parlare di religione e di Dio con maggiore apertura, questo verso ci mostra come in quegli anni Springsteen fosse ancora molto scettico sull’idea di Dio, o almeno molto critico nei confronti della religione.
Puro rock’n’roll
Open All Night è forse la canzone di Nebraska più smaccatamente rock’n’roll, con una ritmica veloce e un giro di accordi che riferisce al r’n’r più classico. Sì trattava evidentemente di un brano da trasformare in una versione elettrica full-band, insieme ad altre canzoni scritte in quel periodo. Alcune di queste, come TV Movie, Stand On It e Working On The Highway, verranno effettivamente registrate in studio con la E Street Band, ma solo l’ultima sarà pubblicata nel successivo Born In The USA. Open All Night, invece, insieme alla più bluesy State Trooper e alla più country-folk Johnny 99, è rimasta nella tracklist dell’acustico Nebraska. La canzone ha una breve intro di chitarra carica di effetto distorto ma poi procede con il più classico sound da chitarra acustica. Sopra di essa Bruce non prevede altra strumentazione e canta con voce squillante, richiamando molto le interpretazioni di Elvis e di altri grandi cantanti appartenenti al mito del primo rock’n’roll. La struttura si compone di sei strofe con lo stesso giro di accordi, quasi interamente cantate e intervallate da pochissimi passaggi solo musicali.
La presenza live nel nuovo millennio
Open All Night è un vero e proprio “paradosso live”. Suonata 110 volte da Springsteen nei suoi concerti, in realtà è stata molto più presente nelle tournée del nuovo millennio che negli anni successivi alla pubblicazione di Nebraska. Infatti la canzone è stata suonata poche volte prima del 2000, in particolare durante il Born In The USA Tour, mentre è stata eseguita in molte più occasioni con l’avvento del nuovo secolo, e più in dettaglio nel Seeger Sessions Tour, in una versione molto diversa dall’originale. Solo raramente Open All Night ha trovato realizzazione in una versione elettrica a band completa, il destino per la quale era nata, come tutte le canzoni di Nebraska.
Tira tu le conclusioni
- Conosci Open All Night di Bruce Springsteen?
- Il rock’n’roll acustico. Non è facile renderlo. Ti piace come lo ha reso Bruce?
- Ti è mai capitato di viaggiare in solitudine nella notte. Che sensazioni ti ha dato?
- Nel mio attingere ispirazione da Bruce, anche il protagonista del mio romanzo Coupe DeVille, Frank Joyce, viaggia in solitudine, anche di notte. Hai letto Coupe DeVille? Qui trovi tutte le info (sinossi, recensioni piattaforma d’acquisto)
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