State Trooper è la sesta traccia dell’album Nebraska di Bruce Springsteen (1982). Sopra una struttura molto semplice di brano rock’n’roll, suonato in acustico, come del resto tutto l’album, Springsteen scrive una delle pagine più crude dell’album, narrando in prima persona la vicenda di un uomo che, nella notte, viene fermato da uno state trooper, ossia un agente di Polizia. State Trooper, come altri brani di Nebraska, fu inizialmente composta in forma acustica solo per rappresentare la traccia su cui lavorare con la E Street Band in studio per ricavarne una versione elettrica. Ma, come sappiamo, buona parte delle canzoni rimasero nella loro forma originaria per formare quello che da molti è acclamato come il capolavoro acustico springsteeniano. Bruce ha mantenuto questo brano in forma acustica per quasi tutta la sua carriera, anche nelle performance dal vivo, se si eccettuano alcune esibizioni full-band nel corso del Born In The USA Tour.
Nel cuore del New Jersey
Siamo sul New Jersey Turnpike, il celebre sistema autostradale che attraversa da Nord a Sud praticamente tutto lo Stato del New Jersey, collegando New York a Philadelphia e a Washington DC. Una strada spesso citata nel rock, ad esempio dallo stesso Springsteen in Jungleland (da Born To Run, 1975), ma anche da altri artisti (ricordo una citazione nella bellissima America di Simon & Garfunkel). È piena notte e un uomo sta viaggiando in solitudine, senza una meta. È un disperato, non ha con sé nemmeno la patente e il libretto di circolazione. Ad un tratto viene fermato da un poliziotto e non gli resta che pregare l’uomo in divisa di lasciarlo andare. Grazie alla dovizia di particolari di Springsteen, forniti come spesso in pochi essenziali versi, intuiamo che siamo nella zona industriale a nord del New Jersey, dove l’autostrada è contornata di fabbriche e raffinerie e dove i grandi fiumi hanno acque scure, a causa dell’inquinamento, a cui si aggiunge l’effetto della notte. L’uomo, che parla in prima persona, non è solamente per conto suo in auto, ma è anche solo nella vita. Qualcuno che un tempo stava con lui, una donna o forse una famiglia, non c’è più. Al punto che l’uomo, rivolgendosi al poliziotto, tenta di fare presa su di lui, confrontando la propria situazione di isolamento a quella che si presume affettivamente più solida dell’uomo in divisa.
Libero dal nulla
Il fatto che il protagonista stia vagando nella notte e senza una meta lo si intuisce dai tremendi versi finali. L’uomo cerca sollievo nella radio, ma trova solo talk show in cui si parla a vanvera, così prima urla nel vuoto perché qualcuno ascolti la sua disperazione, poi essendo in presenza di un unico uomo che lo può ascoltare – lo stesso poliziotto – lo prega di liberarlo dal nulla della sua vita. Sembra che l’uomo desideri di essere arrestato. Sembra che il nulla della sua vita da uomo libero diventi una prigione e, forse, una prigione reale potrebbe paradossalmente restituirgli la libertà dal vuoto che lo imprigiona. Una richiesta disperata che contrasta con l’insistita richiesta espressa nei ritornelli, ossia quella di non essere fermato.
Ancora solo in automobile
Un tema, quello della solitudine nel viaggio, che ricorre molto spesso nella tematica springsteeniana, peraltro in diverse fasi della sua produzione lirica. La canzone nella quale trovo più accostamenti con State Trooper è Something In The Night, da Darkness On The Edge Of Town (1978). Anche in essa troviamo un uomo solo alla guida di un’auto nella notte. Anche in essa l’uomo cerca sollievo in una radio, sperando che in essa trovi qualcosa per cui valga la pena di vivere. Anche in essa i ragazzi che vagano solitari in auto nella notte sono persi in qualcosa di indefinito (come il nulla di State Trooper). Anche la canzone omologa di Something In The Night sul secondo lato di Darkness On The Edge Of Town, ossia Streets Of Fire, suggerisce accostamenti con la situazione del protagonista di State Trooper. Una situazione opposta, invece, è quella del protagonista di Wreck On The Highway (da The River, 1980), nella quale c’è ancora un uomo che viaggia solo nella notte, ma lui ha una meta – la propria casa – e gli affetti che lo accolgono – nel suo letto lo aspetta la donna che ama.
Nato in America
A ben vedere State Trooper sembra accostarsi anche a un’altra canzone che Springsteen scrisse nello stesso periodo, pur pubblicandola due anni dopo in versione elettrica. Proprio Born In The USA, come sappiamo, fu scritta originariamente per Nebraska e anch’essa narra di un uomo che, rimasto solo, vaga per gli Stati Uniti d’America senza un posto dove scappare, un posto dove andare. Anche qui l’uomo si ritrova nelle vicinanze di una raffineria e a rischio di guai con la giustizia (la citazione dell’ombra del penitenziario). Mentre di lui sappiamo che è un veterano della guerra in Vietnam, del protagonista di State Trooper sappiamo solo che qualcosa nella sua vita (il lavoro, gli affetti, i sogni infranti) non ha funzionato, ma non possiamo escludere che possa trattarsi ancora di un veterano perso nel nulla della sua terra di ritorno da quella terra lontana di lacrime e sangue.
Anche Bruce è in totale solitudine
La versione originale di State Trooper è un classico giro di rock’n’roll a tempo medio che Springsteen ha suonato con la chitarra acustica battuta sulle corde basse. Nessun altro strumento interviene in una esecuzione musicale che rimane a tono costante. L’unico elemento di dinamica è portato esclusivamente dalla voce di Bruce che nella prima parte è oscura e sommessa come il paesaggio descritto nella canzone, poi alza i toni, mentre il protagonista si rivolge al poliziotto. Infine si fa rabbiosa, quando l’uomo porta al culmine la sua disperazione. È proprio verso la fine del brano che Bruce, incurante della distorsione che il piccolo registratore Tascam su cui sta incidendo non è in grado di assorbire, emette alcune urla veementi che quasi spaventano, soprattutto a un primo ascolto. In quella voce distorta, che arriva nel buio di una notte anche musicale, Springsteen davvero mette tutto il rancore del suo personaggio. Ed è davvero clamoroso che lo stesso Bruce e John Landau abbiano deciso mantenerla, senza reincidere il brano.
Un rarità dal vivo
Springsteen ha proposto dal vivo State Trooper solo 36 volte, davvero una rarità. Le performance sono quasi completamente concentrate tra il Born In The USA Tour e la tournée di Devils & Dust. Se le poche occasioni sono state quasi sempre in forma acustica, in realtà le occasioni del Born In The USA Tour hanno visto una versione full-band, completa di base ritmica e di accompagnamento di sintetizzatori, ma diversa dalla versione viscerale rock’n’roll che ci si poteva aspettare da una canzone di questo tipo (come invece è avvenuto per Johnny 99). Vagando con la fantasia, si potrebbe immaginare State Trooper suonata live in versione full-band con gli arrangiamenti di Seeds, canzone scritta in quegli anni e appartenente allo stesso genere.
Tira tu le conclusioni…
- Conosci State Trooper di Bruce Springsteen?
- Se conosci anche Something In The Night e Born In The USA, cosa ne pensi dei paralleli che ho tracciato?
- Viaggiare in solitudine: una dimensione che molti ignorano, in quanto il viaggio è spesso pensato in compagnia di qualcuno. Ti capita di viaggiare in solitudine?
- State Trooper è uno dei circa 50 brani di Bruce che mi hanno ispirato per il mio di romanzo, Coupe DeVille. Lo hai letto? Qui trovi tutte le info (sinossi, recensioni, piattaforma di acquisto)
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