Used Cars è la settima traccia dell’album Nebraska (1982) di Bruce Springsteen. Come la title track, Mansion On The Hill e My Father’s House è una canzone dall’evidente matrice folk e come tale si contrappone ad altre canzoni dell’album, di stampo rock’n’roll, seppur in formato acustico. Ma torno a citare Mansion On The Hill e My Father’s House in quanto queste, insieme a Used Cars, rappresentano nell’ambito di Nebraska il trittico che ha un chiaro riferimento, benché non esplicito, alla vita dello stesso Springsteen, in particolare al suo rapporto col padre. Una presenza, quella del vecchio Douglas, non più antagonista, come scritto e cantato quattro anni prima da Bruce in Adam Raised A Cain, ma più vicina all’ordinaria figura di un genitore nello svolgimento della sua funzione di capofamiglia. Come altre canzoni del celebre album acustico, anche Used Cars è stata suonata pochissimo dal vivo. Nel caso specifico, quasi esclusivamente nel corso del Born In The USA Tour.

Arriva l’auto nuova, ma usata

Come in Mansion On The Hill, anche in Used Cars (leggi qui la traduzione) Bruce Springsteen prende spunto da un fatto autobiografico giovanile, peraltro apparentemente positivo. È un giorno di festa perché la famiglia del giovane narratore del brano acquista una nuova auto o, per dirla alla Springsteen, una nuovissima auto usata. Il ragazzo rimane nel piazzale della concessionaria e osserva i suoi familiari – il padre, la madre e la sorellina – mentre effettuano il giro di prova dell’automobile, il cui modello peraltro non viene citato, a differenza di altre canzoni. Un indizio: non è certo una Chevelle o una Camaro di cui vantare le prestazioni, ma più probabilmente un’utilitaria o un usatissimo e vecchio dinosauro (come Bruce ha definito la vecchia Cadillac in Cadillac Ranch). Poi, in un momento successivo, troviamo la famiglia che arriva nel proprio quartiere, dove i vicini curiosi arrivano per vedere la nuova auto. La sorellina, vivendo il momento con l’entusiasmo e l’incanto di una bambina, suona il clacson dell’auto per richiamare l’attenzione di tutti.

Non c’è nulla da festeggiare

Chi invece non ha nessuna voglia di fare festa è proprio il narratore, dietro al quale non può che nascondersi lo stesso Bruce ragazzino. Stanco di vedersi in una città dove non vuole stare e disilluso per l’acquisto di un’auto tutt’altro che performante, soprattutto tutt’altro che nuova, il ragazzo giura che, se dovesse vincere alla lotteria, la prima cosa che farebbe è acquistare un’auto nuova di zecca. Esasperato da questo pensiero, spera invano che il padre faccia una partenza a razzo sulla principale avenue del quartiere per far mangiare polvere ai vicini curiosi. È quello che farebbe lui qualora avesse un’auto nuova. È ciò che ovviamente il padre non farebbe mai, specie perché quell’auto va conservata al meglio per farla durare il più a lungo possibile.

L’utopia e la rabbia

Il racconto apparentemente leggero, quasi frivolo, di un ragazzino che spera di soddisfare i suoi desideri tramite una vincita alla lotteria nasconde un malessere di fondo che ben si sposa con i temi di tutto l’album Nebraska. Le ristrettezze economiche della famiglia Springsteen non sono solamente implicite nel fatto stesso che il padre non possa permettersi un’auto nuova, ma anche da alcuni dettagli che Bruce fa emergere nel racconto in prima persona. È evidente che per il ragazzo i vicini, curiosi nel vedere la nuova auto usata, in realtà siano venuti solamente per avere conferma della povertà di quella famiglia. Questa consapevolezza si trasforma in rabbia. La rabbia del ragazzo fa da contrasto con l’ingenuità della sorellina che suona il clacson come in un giorno di festa, come se stesse mostrando un nuovo giocattolo. Springsteen poi lascia emergere in tutta la sua evidenza questa situazione misera nell’ultima strofa, quando il ragazzo rende esplicito il suo pensiero: il padre sta lavorando da mattina a mattina, deturpandosi nel fisico e del morale, senza che possa almeno permettersi l’acquisto di un’auto nuova, almeno decente.

In cerca di una vittoria

La piccola storia narrata in Used Cars richiama una serie di accostamenti con altre canzoni di Springsteen. Il ragazzo che se ne vuole andare dalla sua cittadina di provincia sembra essere lo stesso che, qualche anno più tardi nella vita ma prima nella discografia sprinsteeniana, proporrà a una ragazza di andarsene per cercare una vittoria. In Used Cars la vittoria è quella utopica di una lotteria, in Thunder Road diventerà l’auspicio di una vittoria in forma di libertà, corsa e realizzazione. Un altro forte accostamento è con Factory. Come in questa canzone, anche in Used Cars il narratore è il figlio che osserva il padre che lavora duro per mantenere una famiglia e per offrirle qualcosa. È affascinante pensare che quell’uomo che la mattina varcava i cancelli della fabbrica per uscirne la sera distrutto nel fisico e nel morale sia lo stesso che, accantonati un po’ di risparmi, può permettersi null’altro che una vecchia auto usata. Inoltre, anche se più generico, è possibile tracciare un accostamento con quelle canzoni di Springsteen che narrano di automobili. Anche se la sua rabbia circa l’acquisto dell’auto usata ha un motivo più ampio, è evidente che il ragazzino di Used Cars sia un appassionato di automobili e di velocità. Per questo motivo lui potrebbe essere più avanti il giovane uomo che, fuggito dalla sua famiglia e dalla sua città natale, diventa un pilota sulle piste e per le strade, come in Racing In The Street. È anche opportuno ricordare che lo stesso Springsteen non ha mai nascosto la sua passione per i motori.

Il folk dall’armonica alla fisarmonica

La versione originale di Used Cars sull’album Nebraska è stata registrata in acustica, come del resto tutte le altre canzoni dell’album, su un semplice registratore a tracce della Tascam. Springsteen ha inciso sulla traccia principale la sua voce accompagnata dalla chitarra acustica in arpeggio. Successivamente ha sovrainciso un’armonica a bocca che per buona parte della canzone accompagna il cantato e, solo in ultimo, diventa il classico strumento solista. Inoltre Bruce ha sovrainciso una parte di glockenspiel, strumento non nuovo nel suo repertorio, tradizionalmente suonato da Danny Federici. Se poi, nelle esibizioni live più recenti, Springsteen l’ha eseguita solo con chitarra e voce, tornando indietro al Born In The USA Tour la suonava accompagnato alla fisarmonica dallo stesso Danny Federici e al glockenspiel da Roy Bittan.

Poche esecuzioni live e interessanti cover

Le poche esecuzioni di Used Cars dal vivo sono concentrate prevalentemente nel Born in the USA Tour. Le altre rarissime esecuzioni risalgono alle due tournée acustiche seguite al lancio di Ghost Of Tom Joad (1996) e Devils And Dust (2005). In compenso la canzone è stata molto riproposta in studio e dal vivo da altri interpreti, tra i quali si ricordano in particolare Ani Di Franco e Ryan Adams. In rete si trova anche una bellissima versione live, proposta nel 2018 a Rimini da Lorenzo Semprini in quartetto con alcuni dei suoi più fedeli musicisti.

Tira tu le conclusioni…

  • conosci Used Cars di Bruce Springsteen?
  • la doppia anima di Nebraska, un po’ folk e un po’ rock’n’roll. Cosa ne pensi?
  • l’automobile come passione peri motori e come status symbol. Come vivi il rapporto con le auto?
  • anche nel mio romanzo Coupe DeVille il protagonista Frank Joyce è appassionato di automobili. Hai letto Coupe DeVille? Qui trovi tutte le info (sinossi, recensioni, piattaforma d’acquisto)

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Dario Migliorini

 

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