Wish You Were Here, pubblicata nel 1975 nell’album omonimo, è una delle pietre miliari della discografia dei Pink Floyd e uno dei brani più celebri della storia del rock europeo. Nonostante i loro lavori più celebri appartengano agli anni ’70, i Pink Floyd nacquero nel lontano 1965 per iniziativa di Syd Barrett e Roger Waters, ma nel 1968 lo stesso Barrett fu allontanato dalla band. Anche a causa dell’abuso di droghe, Barrett tendeva sempre più all’autoisolamento e mostrava gravi sintomi di malattia mentale. È proprio a lui che i Pink Floyd dedicarono gran parte dell’album Wish You Were Here e in particolare la title track, dal titolo quanto mai emblematico. La canzone, caratterizzata dal celebre arpeggio chitarristico di David Gilmour, entrato in pianta stabile nei Pink Floyd dal 1968 proprio in sostituzione di Barrett, fu scritta a quattro mani dallo stesso Gilmour e da Roger Waters. Quest’ultimo aveva avuto allora l’ingrato compito di allontanare Barrett, ma gli rimase amico ed ebbe un ruolo decisivo nella stesura del testo di Wish You Were Here.
UN DESIDERIO DI AMICIZIA
Nonostante il testo di Wish You Were Here (leggi la traduzione qui) si presti a una lettura di perimetro più ampio, lo spunto essenziale, confermato dagli stessi autori, venne dal desiderio di esprimere il sentimento di amicizia e di costernazione verso l’ex compagno di band, Syd Barrett. Il suo deperimento mentale, causato dall’abuso di LSD, aveva provocato non solo l’uscita dai Pink Floyd, ma anche una progressiva perdita di ispirazione artistica, al punto che Barrett, dopo qualche esperienza da solista, aveva abbandonato la scena musicale. A questo deturpamento umano e artistico si riferisce proprio Wish You Were Here, che con uno slancio poetico di valore assoluto riesce a scavare nell’animo umano come poche canzoni hanno saputo fare. Singolare anche la scelta della copertina del disco: due persone che si stringono la mano, mentre uno dei due sta prendendo fuoco. Un’immagine che si presta a più significati. L’uomo che brucia se stesso (Barrett), ma anche la società industriale e consumistica che brucia l’uomo. La stretta di mano sta a rappresentare le relazioni umane, che vanno oltre ogni condizione individuale e sociale.
UOMINI IN GABBIA
Sul lato lirico tutta la prima parte di Wish You Were Here è costruita su una sequenza di domande. Tutto verte sull’incapacità di distinguere la realtà dalla percezione distorta della stessa a causa dell’uso di stupefacenti. Allargando il campo dei valori, la distinzione tra il coraggio di vivere la propria vita e l’umano arrendersi. Da un lato tutto quello che rende la vita un valore da preservare e di cui godere, dall’altro la fuga verso tutto ciò che apparentemente dà sollievo (la droga) ma, di fatto, annienta le persone. Quel quesito, “Sai distinguere?”, viene ripetuto più volte come se fosse una provocazione, ma anche uno stimolo verso l’amico perché affrontasse i problemi e non li rifuggesse. Molto significativi, ad esempio, il contrasto tra un campo verde e una fredda rotaia, ossia tra la natura e la contaminazione umana, e quello tra un sorriso e un velo, ossia tra la sincerità e la falsità. Ma, soprattutto, è celebre, oltre che spaventosamente bello, il verso che chiude la prima parte della canzone: “Hai scambiato un ruolo da comparsa in una guerra per un ruolo da protagonista in gabbia?” Syd Barrett è visto come un uomo che ha rinunciato a combattere una guerra, ossia il ruolo dell’individuo nella società, anche senza un ruolo primario, rifugiandosi in una situazione di solitudine e risultando così protagonista, ma in una dimensione individuale priva di relazioni e di pura fuga dalla realtà.
IL DESIDERIO DI AMICIZIA
In quello che possiamo definire, forse in modo anomalo, ritornello di Wish You Were Here emerge il messaggio di amicizia e, forse, anche il desiderio che un Syd Barrett eventualmente rigenerato, si potesse ricongiungere alla band. “Come vorrei che tu fossi qui”, recita l’incipit del ritornello. Ecco il desiderio di un uomo che vuole riavere al fianco il suo vecchio amico. Lo desidera non solo per il suo bene, ma anche per il proprio. “Siamo solo due anime perse che nuotano in una vaschetta per pesci… e cosa abbiamo trovato? Le stesse vecchie paure.” I due amici, presi nella loro individualità, nelle loro chiusure e nelle loro fughe, sono persone perdute senza rimedio. Roger Waters sa che insieme loro ritroverebbero la strada e risolverebbero quelle vecchie paure.
LA VISITA MISTERIOSA
L’incisione di Wish You Were Here si è peraltro ammantata di un velo di mistero. Infatti, mentre stavano registrando la canzone, i Pink Floyd ricevettero una visita negli studi di Abbey Road. Ingrassato e incalvito, quasi irriconoscibile, si presentò ai suoi vecchi compagni proprio Syd Barrett. Non si sa chi lo aveva invitato e se sapesse che Waters e soci stessero registrando una canzone dedicata a lui, ma la sorpresa che colse i Pink Floyd lasciò desumere che Barrett avesse saputo qualcosa da qualcun altro. La frase che pronunciò entrando in studio fu: “Dove entro io con la chitarra?” Quella sera lo invitarono a rimanere, anche a partecipare a una festa successiva alle registrazioni. Syd accettò, ma nel giro di poche ore sparì senza farsi notare e nessuno lo vide più. Forse quel messaggio – vorrei che tu fossi qui – lo aveva troppo toccato. O forse non voleva illudere i suoi vecchi compagni con la sua visita . O – cosa più probabile – l’autoisolamento e la follia di Syd ebbero il sopravvento.
UN MESSAGGIO UNIVERSALE
Roger Waters ha spiegato successivamente che Wish You Were Here trasporta un messaggio universale che va al di là del motivo ispirante. In effetti, anche se riletta al di fuori del contesto contingente, la stupenda poesia insita nella canzone spinge l’ascoltatore a scrutare dentro se stesso, tra false convinzioni e debolezze spesso nascoste. Molte persone si chiudono nei propri falsi miti e nella propria presunta capacità di distinguere il bene dal male, di vedere le cose per quelle che sono e non distorte da una percezione falsa della realtà. Una percezione spesso generata da una cultura superficiale e improntata sul puro materialismo, che inaridisce i sentimenti e offusca la vista.
DUE CHITARRE E UN PIANOFORTE VERSO IL MITO
Il genio musicale dei Pink Floyd, che ha reso la band una delle più innovative della storia del rock, ha consentito a Wish You Were Here, canzone relativamente semplice nella struttura musicale, di diventare un capolavoro assoluto e uno dei brani musicali più suonati e cantati a tutt’oggi. David Gilmour ideò il famosissimo arpeggio chitarristico che introduce la canzone e ne determina il motivo musicale principale. Un motivo che infatti torna altre due volte nel corso del brano. Ma l’originalità della resa musicale è ottenuta anche con una serie di “trovate” geniali. Intanto il riff iniziale fu inciso con una chitarra acustica a 12 corde dal suono elettrificato e disturbato, come se provenisse da una radio. Ad esso si sovrappone un assolo di chitarra acustica che è parte essenziale della storia del rock. Un altro elemento di grandissima originalità è il gorgheggio vocale di David Gilmour sopra il suo stesso assolo di chitarra nella parte centrale e nel finale, all’unisono. Roger Waters si occupò invece dei rumori che si sentono sia all’inizio sia alla fine del brano e sembrano giungere da una radio e da un ambiente industriale. A completare il sound, oltre al basso di Waters e alla batteria di Nick Mason, l’organo Hammond e il mini-moog, ma soprattutto una bellissima partitura di pianoforte del compianto Richard Wright, altra anima fondamentale dei Pink Floyd e puro genio musicale.
UN AUSPICIO MAI ESAUDITO
L’auspicio di Wish You Were Here e dell’altro capolavoro presente nell’album (Shine On You, Crazy Diamond) per un recupero mentale di Syd Barrett e un suo ritorno nei Pink Floyd o almeno a una piena vita sociale, come abbiamo visto nell’articolo, non fu mai esaudito. Peraltro lo stesso Roger Waters, a metà degli anni ‘80, se ne andò dai Pink Floyd, chiudendosi in un lungo silenzio, salvo entrare in contrasto con gli altri componenti della band. Dopo che anche Nick Mason fu allontanato, solo David Gilmour e Richard Wright portarono avanti i Pink Floyd. David Gilmour, tuttora il più attivo della vecchia band, ha continuato a riproporre i vecchi brani, tra cui l’immancabile Wish You Were Here, nei suoi tour da solista.
TIRA TU LE CONCLUSIONI…
- Conosci i Pink Floyd e la meravigliosa Wish You Were Here?
- Meglio un ruolo da comparsa in una guerra o un ruolo da protagonista in gabbia? Questo dilemma è tra i più rilevanti posti dalla poesia nel rock. Cosa ne pensi?
- I Pink Floyd sono celebri per i loro concerti carichi di effetti musicali e spettacoli luminosi. Che tipo di live preferisci? Più sfarzesco e ampliato oltre l’aspetto musicale oppure più austero e concentrato sull’esecuzione musicale e vocale?
- Vorrei che tu fossi qui: una frase di affetto nell’amore e nell’amicizia. Chi vorresti che fosse qui con te?
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Un’ altra Pietra Miliare della Musica Rock, ed una Band che, più di tante altre, ha segnato un epoca del panorama musicale internazionale. Tanti Brani dei Pink Floyd sono riconosciutissimi per la particolarità del loro sound e non si confondono con altra Band, come invece a volte capita con Hit altrettanto famose. Ottima recenzione come sempre di Dario Migliorini, questo suo Blog con le Perle Springsteeniane e non, diventa sempre più, punto di riferimento per tanti appassionati di un certo tipo di Musica e dell’ Arte in generale.
Beppe, grazie per il commento. Confermo quello che scrivi sui Pink Floyd, una band estremamente innovativa e, nonostante viva ormai di revival, è sempre attuale. Questa canzone poi è uno dei capolavori assoluti
Ogni 9 agosto, da 10 anni a questa parte, mi metto in un angolo ad ascoltare wish you were here e a ricordare un grande amico scomparso proprio quel giorno. Mi commuovo ogni volta che la ascolto. Adoro i pink floyd, la loro musica e i loro testi. Ho ancora diversi loro vinili che continuo ad ascoltare e a scoprire ogni volta ..
Ciao Gianmario, grazie per il commento. Per motivi di età conosco Wish You Were Here dalla metà degli anni ’80. Non so le volte l’ ho cantata e suonata, da solo, in compagnia o sul palco. Sempre un’emozione. Il testo è straordinario e poi loro hanno sempre saputo metterci qualcosa di originale. Wish You Were Here avrebbe potuto essere molto più standard musicalmente, ma loro l’hanno trasformata in gioiello