Working On The Highway è la quarta traccia del celebre album Born In The USA (1984) di Bruce Springsteen. Nel triennio 82/84, che comprende la pubblicazione di due album così musicalmente distanti come Nebraska e proprio Born In The USA, Springsteen aveva scritto una serie di canzoni basate su giri di accordi rock’n’roll e su ritmiche rockabilly. Alcune di queste, nello specifico Johnny 99, State Trooper e Open All Night, erano rimaste nella versione acustica con cui Springsteen le aveva ideate e inserite nel celebre album acustico del 1982. Altre erano state registrate nel successivo periodo in versione rockabilly full-band, ma furono poi scartate dal blockbuster del 1984. Ne sono esempio, tra le altre, Stand On It e TV Movie. Solo una canzone rimase nella tracklist di Born In The USA: proprio Working On The Highway con il suo incedere rockabilly. Una canzone, Working In The Highway, che ebbe anche un buon successo dal vivo, a volte anche nella forma acustica con cui era stata inizialmente concepita.
Il fallimento esistenziale
Working On the highway è una delle tante canzoni di Springsteen che trasportano una storie di fallimento esistenziale e sentimentale che sembrano provenire dai tempi di Darkness on the Edge of Town e The River, oltre che da Nebraska. Narrata in prima persona, la canzone racconta di un ragazzo che inizia a lavorare come operaio sull’autostrada e in un’occasione conosce una giovane ragazza alla quale propone un futuro insieme a lui. Le sue intenzioni sono buone ma la famiglia di lei non la vede allo stesso modo e il padre chiede al ragazzo di rinunciare al suo progetto. Opponendosi a questo impedimento il giovane e la ragazzina scappano insieme rifugiandosi in Florida, dove per un po’ le cose sono andate per il verso giusto. Ma quando i fratelli di lei li scovano, tornano a riprendersi la sorella, fanno arrestare l’uomo, evidentemente per sottrazione dei minori. Alla fine ritroviamo il ragazzo carcerato e ancora impegnato nei lavori sull’autostrada, ma questa volta non in piena libertà ma da carcerato, curato a vista dal proprio guardiano di prigione.
Come Ralph di Johnny 99
Working On the highway appartiene dunque al filone tematico nel quale il si mescolano il lavoro e la prigione, quasi che il confine tra una vita ordinaria e l’illecito sia tutt’altro che marcato. A dimostrazione che Working On the highway sia stata scritta nel periodo di Nebraska troviamo un accostamento più che significativo con Johnny 99. Se infatti la canzone Nebraska parla sì di problemi con la giustizia, ma vede protagonisti due persone non implicate nel mondo del lavoro, che commettono quello che commettono per pura follia ed emarginazione, in Johnny 99 e in Working On the highway troviamo due persone apparentemente virtuose, che lavorano e si danno da fare per ottenere qualcosa nella loro esistenza. Succede però che qualcosa che ostacola i loro progetti irrimediabilmente. Ed ecco che sia per i protagonisti delle due canzoni il confine tra ordinarietà e illegalità diventa molto più labile. Il ragazzo di Working On the highway lavora duro sulla strada, si spacca la schiena nella speranza di poter vivere un giorno in una condizione migliore e con la propria donna al fianco. Per far questo risparmia tutto quello che guadagna pur di intravedere un futuro meno faticoso, a maggior ragione dopo che si innamora. Ma ecco che in questo caso non è la disoccupazione, ma l’opposizione della famiglia di lei a costringerlo a rivedere i suoi piani e a commettere quello che per la legge degli uomini è un illecito. Non un reato da ergastolo o da pena di morte, come in Johnny 99, ma comunque qualcosa che gli toglie la libertà e lo obbliga ai lavori forzati.
Il lavoro come prigione, la prigione come lavoro
Questi significati forti portano a considerazioni più generali. A volte nell’ordinarietà della vita il lavoro è vissuto metaforicamente come una prigione, come una serie di vincoli e di obblighi che impongono orari assurdi, fatica immane e grandi rinunce a fronte di una paga che a volte è misera e consente giusto di sbarcare il lunario. In Working On The Highway il paradosso è che il ragazzo continuerà a svolgere lo stesso lavoro dopo aver cercato la propria libertà. Non più, però, nello stato di presunta libertà di un ordinario operaio ma con le catene ai piedi e quindi nella veste di un carcerato la cui libertà è svanita.
Rockabilly tra chitarre e sintetizzatori
Canzone relativamente breve, di poco sopra i 3 minuti, Working On The Highway ha l’incedere tipico del brano rockabilly e un testo dalla metrica estremamente fitta. La struttura è quella classica della ballata rock’n’roll con il susseguirsi di tre strofe e tre ritornelli e un solo inciso nel mezzo della canzone. Una buona dinamica è ottenuta con l’ingresso cadenzato degli strumenti. Partono solo batteria e chitarra ad accompagnare il canto. Ad essi si aggiungono successivamente prima solo il basso e poi una tastiera dal suono squillante ottenuta tramite sintetizzatore. L’interpretazione vocale di Bruce richiama le interpretazioni del rock’n’roll a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60, in particolare la voce pulita e suadente di Elvis Presley. Infatti, nonostante la gravità della storia raccontata, Bruce abbandona la sua più tipica voce roca e sofferente per un canto a voce piena e squillante, più tipica dei brani leggeri del rock anni ’50. Da notare anche l’ululato finale, se non altro perché nello stesso album Bruce adotterà lo stesso accorgimento vocale anche poco dopo, nella pur diversa I’m On Fire.
Il ritorno alle origini
Working On The Highway è stata eseguita dal vivo oltre 400 volte, con una presenza in quasi tutti i tour dal 1984 in poi. Anche nel recente Tour 2023 è stata suonata una decina di volte. Dal vivo, anche nelle versioni full-band, Springsteen ha spesso rinunciato al suono squillante dei sintetizzatori, sostituito da quello più classico della chitarra acustica. In questo modo ha riportato il brano verso il rock’n’roll delle origini e verso un sound molto più vicino a quello dei momenti della sua composizione.
Tira tu le conclusioni
- Conosci Working On The Highway di Bruce Springsteen?
- Nebraska e Born In The USA, due album così diversi, eppure così vicini. Cosa ne pensi?
- Il confine tra legalità e illegalità, un confine che Springsteen ha perlustrato spesso. Le tue considerazioni?
- Nel mio attingere ispirazione da Bruce, anche il protagonista del mio romanzo Coupe DeVille vive su quel confine tra lecito e illecito. Hai letto Coupe DeVille? Qui trovi tutte le info (sinossi, recensioni piattaforma d’acquisto)
Leggi anche: Atlantic City, Reason To Believe
Se ti è piaciuto questo articolo commentalo e condividilo sui tuoi profili Social.
Commenti Recenti