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Recensione You Can Look (But You Better Not Touch), Bruce Springsteen

29 Giu, 2023 | Words and Music |
You Can Look

You Can Look (But You Better Not Touch) è la nona traccia del doppio album The River (1980) di Bruce Springsteen. In un album i cui venti brani ripropongono il rock con molte delle sue contaminazioni su altri generi, You Can Look (But You Better Not Touch), insieme a Cadillac Ranch, ne rappresenta l’anima country-rock, non tanto per le sonorità, che sono prettamente rock, quanto per la linea armonica, che porta dritti verso Nashville e dintorni. Nonostante non abbia statistiche notevoli in quanto a presenza nelle setlist dal vivo, You Can Look (But You Better Not Touch) ha sempre avuto un notevole impatto live, anche grazie a una coda di “botta e risposta” tra Bruce e Steve Van Zandt che trova origine nel blues e, ancora prima, negli spiritual afro-americani.

SOLAMENTE CHI HA DENARO

Brano dal testo relativamente breve (leggi qui la traduzione), ricompreso in una canzone altrettanto breve, You Can Look (But You Better Not Touch) può apparire come una canzone dal significato semplice e leggero, quasi comico. In realtà c’è un’ironia che lascia emergere una profonda amarezza di fondo. In effetti Bruce riesce a essere sarcastico, portandoci quasi a sorridere per ciò che accade al protagonista, ma nello stesso tempo ci stimola a riflettere sul messaggio di fondo che viene trasmesso nel ritornello. “Puoi guardare, ma è meglio che non tocchi”, ripete Springsteen, indicandoci quanto in un sistema dominato dal consumo e dal profitto, a tutti venga concesso di guardare, e quindi di desiderare di possedere qualcosa, ma solamente chi ha i soldi per pagare può permettersi di goderne. Una tendenza consumistica così spinta che a volte lascia attoniti, nonostante tutto venga ormai considerato alla stregua della normalità.

Tre episodi diversi per la stessa conclusione

La canzone riporta tre momenti diversi dello stesso protagonista, che narra in prima persona. Nel primo episodio il ragazzo urta un oggetto in un negozio, ma lo salva prima che cada. La guardia lo avvisa che chi rompe paga e che se combina casini saranno guai. Nel secondo episodio, quello che provoca più disgusto, il ragazzo torna a casa, accende la televisione e vede una ragazza che si muove sensualmente nello schermo. Lungi dall’eccitarsi, il ragazzo prova ribrezzo. È la mercificazione del sesso e l’esempio più calzante di come un sistema di marketing così audace e immorale provi costantemente a farti desiderare ciò che non puoi avere, se non acquistandolo a caro prezzo. Infine il terzo episodio mostra il ragazzo che finalmente riesce ad avere qualcosa per sé, l’uscita con una ragazza in carne e ossa. Ma proprio quando i due si appartano in un parcheggio, qualcuno bussa al finestrino dell’auto e torna a ripetere quella frase ossessiva, “puoi guardare, ma è meglio che non tocchi”. Potrebbe essere un poliziotto, ma il fatto stesso che Springsteen non lo citi lascia pensare alla volontà di riferirsi al sistema sociale ed economico nel suo complesso, che non consente alle persone nemmeno di vivere i propri piaceri e i propri desideri liberamente, senza dover pagare qualcosa.

57 canali televisivi e niente da vedere

Trovo che esista un forte parallelo tra You Can Look (But You Better Not Touch) e una canzone che Bruce ha scritto qualche anno più tardi, 57 Channels (And Nothin’ On), da Human Touch (1992). Un’analogia che mi viene suggerita non solo dal fatto che anche in questa canzone si parla di qualcuno che si ritrova davanti a una televisione e al nulla che vi viene trasmesso, ma anche perché più in generale Springsteen colpisce ironicamente quel sistema di disvalori che, con l’obiettivo di vendere e di fare profitto, distribuisce qualcosa che è ancora peggio del nulla. Si parla di vane aspettative, di pure illusioni impacchettate come sogni facili da raggiungere, desideri a portata di mano. In You Can Look (But You Better Not Touch) il protagonista è sopraffatto quasi passivamente da questo sistema di comunicazione e di marketing, in 57 Channels (And Nothin’ On) il protagonista reagisce follemente, sparando alla tv e riducendola in mille pezzi.

UN PO’ COUNTRY, MA MOLTO ROCK

You Can Look (But You Better Not Touch) è un breve brano a ritmo veloce, costruito su un giro armonico e su richiami musicali vicini del country, ma suonato con una strumentazione tipicamente rock. Non compaiono infatti banjo e mandolini, fiddler o pedal steel guitar, ma una solidissima base ritmica su cui si stagliano solo ed esclusivamente chitarre elettriche. Un modello atipico per Springsteen, il cui tessuto musicale normalmente prevede la presenza di organo e pianoforte, oltre al sassofono. Un sound che sembra mettere insieme i più tradizionali country e rock’n’roll, ma che strizza l’occhio, senza immergersi, anche a quel punk rock, tutto ritmo vorticoso e chitarre taglienti, che senza dubbio ha attratto lo Springsteen di quell’epoca. Anche in questa canzone, come in tante presenti in The River, l’accoppiata Springsteen/Van Zandt domina su una linea vocale i cui versi sono cantati molto velocemente.

Poco spesso dal vivo

Nonostante You Can Look (But You Better Not Touch) rappresenti una delle tante canzoni di Springsteen pensate per le esibizioni live, a differenza di altre dell’album (ad esempio Cadillac Ranch e Out In The Street) ha avuto meno fortuna nel numero di proposizioni dal vivo. Questo nonostante un rendimento in concerto tutt’altro che trascurabile. La versione che è contenuta nel Live 1975/85, ad esempio, ci porta all’orecchio un brano estremamente efficace e prepotente, per di più allungato con una coinvolgente coda nella quale Bruce e Steve Van Zandt si palleggiano urla e cori, prima che Springsteen canti più volte la frase “and nothing gonna stop me” (“e nessuno mi fermerà”). Un verso che sembra non solo rappresentare l’intenzione di Springsteen e della E Street Band di continuare lo show e non scendere dal palco, ma anche la ribellione di quel ragazzo che nel testo subisce gli ammonimenti e le imposizioni di un sistema dominante distorto.

Tira tu le conclusioni…

  • Conosci You Can Look (But You Better Not Touch) di Bruce Springsteen?
  • Come definiresti musicalmente You Can Look (But You Better Not Touch)? A quale genere la assegneresti?
  • Un brano molto efficace dal vivo. Lo avresti voluto sentire più spesso in concerto?
  • Il sistema consumistico in cui viviamo, che poi in America è ancora più spinto. Come vivi questa fuga in avanti del marketing e della pubblicità?

 

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Dario Migliorini

 

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