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Traduzione This Hard Land, Bruce Springsteen

Aggiornato il 16 Ott, 2023 | Words and Music |

Traduzione This Hard Land, Bruce Springsteen

 

Leggi la mia presentazione di BRUCE SPRINGSTEEN

QUESTA DURA TERRA

 

Ehi, signore, mi può dire cos’è successo ai semi che ho seminato?
Può darmi un motivo, signore, per cui non sono mai cresciuti?
Sono stati soffiati in giro di città in città
Per tornare indietro in questi campi
Dove cadono dalla mia mano
Indietro nello sporco di questa dura terra

Beh, io e mia sorella, noi siamo arrivati da Germantown
Abbiamo ricavato un letto, signore, dalla roccia sulla montagna
Siamo stati soffiati in giro di città in città
Cercando un posto dove fermarsi
Dove il sole squarcia le nuvole per cadere come un cerchio
Come un cerchio di fuoco giù su questa dura terra

Adesso perfino la pioggia non si fa più vedere, non cade più da queste parti
E di notte l’unico suono è il vento che sbatte la porta della veranda sul retro
Ti scuote in alto come vuole per poi sbatterti giù
Rivoltando e agitando la sabbia
Lasciando tutti quegli spaventapasseri stesi a faccia in giù
A faccia in giù nello sporco di questa dura terra

Da un edificio sulla collina riesco a sentire un registratore che spara “Home on the range” ad alto volume
Riesco a vedere quelle moto chopper zigzagare lentamente lungo la pianura
Siamo tu ed io, Frank, mentre cerchiamo il bestiame perduto
I nostri zoccoli rivoltano e alzano la sabbia
Cavalchiamo tra i mulinelli creati dal vento cercando il tesoro perduto
Lungo la strada a sud del Rio Grande
Stiamo attraversando quel fiume al chiaro di luna
Su fino agli argini di questa dura terra

Ehi Frank, perché non fai le valigie
E non ci incontriamo stasera giù alla Liberty Hall?
Solo un bacio da te, fratello mio, e viaggeremo fino a che non cadremo
Dormiremo nei campi, dormiremo vicino ai fiumi
E la mattina stabiliremo un piano
Bene, se non ce la puoi fare, tieni duro, sii affamato, resta vivo
Se riesci
E incontrami in un sogno di questa dura terra

 

Leggi la mia presentazione di BRUCE SPRINGSTEEN

 

Dario Migliorini

 

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2 Commenti

  1. anna maria

    una delle mie preferite. mi riporta a certe atmosfere dei racconti di steinbeck, quelle terre aride dove il vento trascina rotoli di sterpi, dove si aggirano come fantasmi uomini coperti di polvere e sudore, uomini che faticano hard hard hard con poche speranze ma molta determinazione e ogni tanto da quella terra inospitale uno più fortunato degli altri vede crescere un getto di petrolio invece di stentate piante. e molti la abbandonano e si mettono in viaggio in cerca di una vita migliore. e mangiano polvere e chilometri sulla route 66 insieme ad altri disperati inseguendo un sogno.

    e pensa che furore l’ho letto ad appena 10 anni, tanto che i due o tre timidi accenni al sesso non li avevo capiti!
    l’ho trovato in una piccola biblioteca che era stata regalata a mia madre da un’amica. erano gli anni 30/40, ed erano tutti naturalmente ferocemente anticomunisti. li ho letti tutti, anche quelli.
    per dire quanto è sbagliata la teoria dei “cattivi maestri”, ma io mi sono subito sentita vicina a quell’umanità dolente, piuttosto che alle signorine dell’alta borghesia che si lamentavano del regime russo che aveva tolto loro le lussuose dimore per distribuirle ai poveracci.
    sarà forse che sulla mia enciclopedia dei ragazzi mondadori avevo trovato un fotogramma del film che era stato tratto dal romanzo e mamma joad era spiccicata a mia nonna, paciosa contadina che, come lei, guidava con mano ferma la famiglia senza darlo a vedere. o semplicemente era la mia natura innata che mi portava su quella strada.

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    • Dario Migliorini

      Cara Annamaria, come sai anch’io la adoro ed è stata la principale ispiratrice per la stesura del mio romanzo, Coupe DeVille. Mi colpisce tanto come Bruce riesca a riempire di immagini questa storia in sole 5 strofe, anche in questo caso hai proprio l’impressione di vedere un film. Il vento che soffia e fa sbattere le porte e cadere gli spaventapasseri faccia a terra, i semi che cadono e vengono soffiati via dal vento, il letto ricavato nella roccia sulla montagna, i mulinelli di sabbia sollevati dalle mandrie, le moto che corrono sulle lunghe strade americane in pianura. E poi loro che dormono sulla sponda dei fiumi e che la mattina al risveglio aprono una mappa per cercare una meta. Tutto così vero, tutto così reale. È tutto così bello. Ma c’è una cosa in più che mi piace davvero: come in The Ghost Of Tom joad hai l’impressione che questa storia pur essendo riferita a periodi meno recenti e a persone che hanno a che fare con la campagna, possa in realtà in metafora essere girata su tante altre situazioni e tante altre vite, anche a quelle di ognuno di noi.

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